Teatro rieducativo e detenzione pedagogica per le detenute a “Piazza Lanza” a Catania che lottano per “uno spiraglio di luce”
Le donne detenute nell’Istituto Penitenziario catanese di Piazza Lanza non hanno voluto lasciare in silenzio la “festa della donna” sol perché si trovano ristrette, anzi hanno colto l’occasione per gridare, ancora una volta, la storia delle violenze subite dalle donne. Pertanto, hanno cantato e ballato per ricordarsi e ricordare agli uomini che la violenza va eliminata e che solamente allorquando nessuna donna sarà mai più violentata si potrà festeggiare. Hanno cantato, recitato e gridato che “occorre festeggiare la donna e la sua liberazione dalla schiavitù maschile, quando dentro le carceri non vi sia più una donna che ha ucciso l’uomo che violentava le figlie, e quando non vi siano più uomini che bastonano le donne e le impongono il silenzio”.
Una giornata molto sentita e rappresentativa di tutte le modalità carcere-libertà. È stato una evento straordinario, dove ogni persona presente era attenta e si poneva il problema della libertà e della schiavitù posta dall’uomo nei confronti della donna. Una giornata eccezionale, singolare, particolarmente pedagogica e colma di riflessioni da fare. Quelle donne detenute hanno emanato un grido forte verso l’umanità, spesso “distratta” e lontana dalla sofferenza delle donne maltrattate e ristrette, perché magari hanno ucciso l’uomo che li maltrattava da sempre, violentando anche le figlie. Donne che, in quel contesto, non hanno potuto fare a meno di gridare la richiesta di libertà di espressione, di pensiero e di parità con l’uomo.
Un evento, quello delle donne detenute presso l’Istituto Penitenziario di piazza Lanza ormai tradizionalmente atteso, non solo dalle donne recluse, ma, anche dal Direttore, Dr.ssa Elisabetta Zito, e da tutti gli operatori del trattamento, dagli educatori, dalla Polizia Penitenziaria, dagli insegnanti e dai volontari che, da anni, operano all’interno dell’Istituto. Nel nuovo e dignitoso reparto femminile dell’Istituto sono state presenti e solidali le straordinarie magistrate dei Tribunali di Catania, quali la dott.ssa Marisa Acagnino, la dott.ssa Benanti e la dott.ssa Grosso, tutte donne magistrato della città di Catania. Presente anche il sig. Felice Soldano, volontario della struttura e professionista nel campo delle acconciature femminili che cura, settimanalmente, le donne detenute a Piazza Lanza. La manifestazione teatrale sul ruolo della donna nell’immaginario collettivo, intitolata “Libellule”, è stata ideata, coreografata e messa in scena da alcune recluse, dirette dalla Prof.ssa Marzia Cristaldi, dagli educatori dell’Istituto e dagli psicologi.
Una mattinata ove le detenute attrici hanno messo in scena “uno spiraglio di luce” e dove, con il loro coraggio di esserci comunque e con la speranza di potere volare ad ogni costo, hanno realizzato una giornata di serenità e di proiezione nel futuro. E, in questa occasione, le detenute hanno dimostrato che solo le donne sono capaci di trovare una ragione di vita, in ogni esperienza che vivono.
Le detenute erano emozionate come scolarette di fronte al pubblico presente, rappresentato esclusivamente da Magistrati, Assistenti sociali dell’Ufficio Esecuzione Penale, da Educatori penitenziari (per l’occasione era presente anche l’ex educatrice Pina Fedele che ha ballato con loro), da Suore, da Agenti di Polizia penitenziaria e da volontarie. Per loro e per i presenti è stata una giornata finalmente diversa, colma di impegno e di voglia di riscatto personale e sociale. Per un paio d’ore la “sgradevolezza” del luogo è stata dimenticata ed ha prevalso la solidarietà. Ha prevalso il senso di civiltà e di fiducia nel progetto di recupero personale e sociale nel quale credono i detenuti e gli operatori sociali tutti. Valeva proprio la pena trascorrere il pomeriggio dell’8 Marzo in carcere ove, spesso, si registra più umanità che nella vita libera.
Lucia Brischetto