Due le notizie arrivate dall’ultima udienza del processo – per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio – contro l’ex parlamentare dell’Mpa Angelo Lombardo: non si è trovato alcun riscontro all’ipotesi – avanzata dal collaboratore di giustizia Eugenio Sturiale – di un pestaggio subito dal politico da esponenti della criminalità organizzata e i testi sentiti nella penultima udienza, il 25 febbraio scorso, come l’ex senatore Pino Firrarello, il manager della sanità Angelo Pellicanò e l’ex assessore Rosanna Interlandi, dovranno tornare in aula, alla ripresa del processo, il 26 maggio in quanto, per problemi tecnici, la registrazione della scorsa udienza è saltata!
Il processo è quello, scaturito dall’inchiesta su mafia-politica-imprenditoria “Iblis”.
Imputati con Angelo Lombardo, sono anche, oltre a D’Aquino, i boss Rosario Di Dio, il rappresentante provinciale di Cosa Nostra catanese Vincenzo Aiello e il geologo Giovanni Barbagallo.
Ieri, davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale di Catania (Presidente Grazia Caserta) alle domande dei Pm Antonino Fanara e Agata Santonocito da una parte e dei difensori di Lombardo, gli avvocati Pietro Granata e Rino Licata, hanno risposto alcuni medici, a partire da Sandro Distefano, il medico del politico.
Il professionista, dirigente dell’Unità terapia intensiva respiratoria dell’ospedale “Cannizzaro” ha in sostanza confermato quanto sostenuto dalla difesa dell’ex parlametare, in sintesi che il ricovero – nella primavera del 2008 – era avvenuto a seguito di una crisi ipertensiva. Una patologia di cui soffre Lombardo, abbinata da una bronchite, con l’“aggravante” del vizio del fumo.
Sono stati analizzati anche, nel corso dell’udienza, alcuni esami, in particolare una radiografia alla spalla destra, fatta – a sentire il dott. Distefano – per tranquilizzare il paziente sempre ansioso per la paura di un infarto. Dagli accertamenti, in ogni caso, non è emerso alcun trauma, come detto anche dal medico che aveva redatto il referto, Vincenzo Sciuto.
Sentiti altri due testimoni, sul tema della “Safab”, il villaggio per i militari americani, mai realizzato: l’ingegnere capo del Genio Civile di Catania, Salvatore Ragusa, risponendo a domande della difesa, ha negato di aver ricevuto pressioni da Angelo Lombardo in merito al progetto.
Marco Benanti