L’incubo “terremoto”, non è ancora cessato.Piccoli momenti di tensione, alle ore 18.59 di ieri, sono stati nuovamente vissuti nel comprensorio giarrese a seguito di una seppur lieve scossa sismica di magnitudo 2.0. La notizia del fenomeno sismico è rimbalzata nuovamente sul web ed in particolare sul social network “Facebook”. Stavolta però, a differenza di quanto accaduto il 15 aprile scorso, l’episodio è ascrivibile ad un diverso epicentro. Undici giorni fa, l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) di Catania localizzò l’epicentro tra Giarre e Milo e per l’esattezza ad 1,3 km ad ovest rispetto a fondo Macchia. In quell’occasione la scossa,di magnitudo 2.1, si era verificata ad una profondità molto superficiale (0,5 km=500 m di profondità).
Secondo gli esperti, si era trattato di un evento da fratturazione. Per quanto concerne l’episodio di ieri, l’epicentro del sisma è localizzabile ad 1 km ad est di Fleri (frazione di Zafferana Etnea). I sismologi catanesi sostengono che l’episodio, verificatosi ad una profondità di 3.3 km, rientri nel quadro di fenomeni di microsismicità, per via della lieve entità delle scosse.
Ciò che è certo, è che le scosse sismiche sono legate ai movimenti delle faglie, identificabili nella zona di fratturazione della “Timpa di San Leonardello”, in quella di contrada “Luminaria” (depressione tettonica localizzabile presso la faglia di San Leonardello e ascrivibile all’area che abbraccia Trepunti, Codavolpe e Santa Venerina) in quella di Fondo Macchia-Rondinella-Palombaro ( che comprende Miscarello e Sciara ) e in quella di Fleri (contrada Cavotta, San Giovannello, Fleri, Sciare Torrisi). In ogni caso, i sismologi affermano che non è possibile associare ad una faglia ben precisa, gli avvenimenti registrati.
Umberto Trovato