Ripartire dal punto in cui il tempo si è fermato, per fare luce sulla propria identità e sulla missione cui adempiere lungo il proprio percorso esistenziale. E’ stato questo il concetto emerso in occasione della presentazione del romanzo della scrittrice e dottoressa in girurisprudenza Maria Pia Basso, intitolato “Vento nell’anima”.
Lo sfondo della sala consiliare “Rosario Livatino”del municipio di Sant’Alfio, ha conferito prestigio al terzo appuntamento della rassegna letteraria denominata “Primavera d’Autore”. Il tema dell’introspezione sta continuando ad essere un elemento imprescindibile per una manifestazione che, estrinsecando una vocazione di carattere letterario, non può non soffermarsi sull’universo dell’io e sui meccanismi che lo connotano. Mario Pafumi, giornalista e fondatore della rassegna, ha ringraziato i componenti del gruppo “Facebook” “Etnei nel mondo”, i quali hanno sempre promosso iniziative culturali sul territorio.
Successivamente alla presentazione dei relatori da parte dell’insegnante Pafumi, poi corroborata dai saluti istituzionali del sindaco di Sant’Alfio Pippo Nicotra, ha preso la parola il giornalista, attore e presentatore Salvo Fichera, distintosi anche in una nota soap opera come “Centovetrine”.La dissertazione di Fichera, propedeutica alle delucidazioni dell’autrice del romanzo, si è sviluppata nel segno della decodificazione della molteplicità di messaggi di cui è intrisa l’opera della Basso, catanese di nascita e acese d’adozione.
Fichera ha sottolineato la valenza di grande impatto emotivo della parola “anima”, la quale spicca nel titolo del volume. Tale termine rimanda infatti all’esistenza di un individuo e alla sua spiritualità. Questa riflessione ha spinto Fichera ad evidenziare come l’esistenza sia spesso scandita da una serie di interrogativi che l’essere umano inevitabilmente è chiamato a formulare lungo il suo cammino esperienziale. Il giornalista ha poi esplicitato che l’amore, durante il percorso di analisi del proprio io, diventa l’approdo che consente all’essere umano di pacificare se stesso e conseguentemente di ottimizzare la qualità dei rapporti con gli altri.
Il raggiungimento di uno status di armonia passa però dal cambiamento, il quale spesso diviene una tappa obbligata quando la propria esistenza è scossa da turbolenze.Questa osservazione è emersa poichè nel romanzo della Basso, spiccano i salti nel buio. I personaggi infatti vivono momenti negativi che però non li spezzano. Il concetto di resilienza, intesa come capacità di tirare fuori il meglio di sè quando la propria vita è connotata da avversità, prende dunque corpo nel romanzo, il quale rivela il suo profilo autobiografico. “Vento nell’anima” è infatti il secondo step letterario di Maria Pia Basso, la quale, con la stesura di “Noi due”, aveva già messo a nudo un percorso di ricostruzione della propria essenza. “Noi due”, è però un trattato psico-pedagogico non identificativo dove comunque scorre un flusso di pensieri e di emozioni riconducibili all’autrice.
“Vento nell’anima” invece, si compone di personaggi che con le loro peculiarità disegnano l’identità di un’unica persona. Entrando nello specifico, le donne del romanzo camminano in parallelo compiendo un viaggio fuori da loro per poi tornare rigenerate. In ordine a quanto dichiarato da Fichera, in “Vento nell’anima” si percepisce la necessità di perimetrare i propri limiti e di comprenderli per superarli. Un’altra tematica che affiora con forza nel romanzo è quella del rapporto tra i genitori e sulla loro capacità di mantenere l’armonia nella loro interazione,quando subentra un elemento terzo come un figlio. Spesso infatti accade che quando il figlio è adottato da uno dei due coniugi, il soggetto che se ne è fatto carico con la complicità del genitore naturale, abbia dei rimorsi sulla scelta compiuta.
In generale comunque, l’argomento ha indotto ad una riflessione sulle difficoltà che i genitori di oggi palesano nell’educazione dei figli. I figli oggi infatti vengono riempiti di giocattoli e quindi di una materialità che diventa una risposta impropria alla loro esigenza di attenzioni o di risposte. Speso i genitori non comprendono che i figli stessi possono svolgere un ruolo determinante nell’innalzamento della qualità del rapporto genitoriale. A tal proposito, Fichera ha sottolineato con rammarico come la famiglia molte volte rinunci all’onere di educare i figli alla trasmissione di valori morali che accelerano il processo di crescita di un individuo. Uno dei vuoti educazionali nell’impostazione del rapporto con la prole, si sostanzia nell’inottemperanza alla trasmissione di istruzioni funzionali al nutrimento dell’anima.
La lettura per esempio, assume un ruolo imprescindibile nell’irrorazione dello spirito, spalancando a quest’ultimo le porte della contemplazione di un amore senza il quale un essere umano non può librarsi leggero come una farfalla nel mondo circostante. In riferimento a ciò, la scrittrice Maria Pia Basso ha sottolinaeato il miracolo dell’amore sbocciato tra due personaggi dell’opera: ovvero Arianna e Gustavo. La Basso ha evidenziato il rapporto simbiotico sviluppatosi tra i due soggetti, sebbene Gustavo, fisico nucleare, a differenza di lei, fosse una persona pragmatica. Pur essendo molto pragmatico infatti, Gustavo, ex marito di Marina, comprende che una persona razionale può sviluppare delle tendenze al sentimentalismo, così come una persona spiccatamente vocata ai sentimenti può sviluppare un’attenzione alla razionalità. La complementarità che si delinea nel loro rapporto, come evidenzia la Basso, disegna l’immagine di una farfalla, la quale, con le sue ali, forma un cuore.
Nel romanzo “Vento nell’anima” comunque, la natura assume un ruolo di vitale importanza. E’ nella contemplazione della natura, accarezzata dal vento della rinascita, che l’autrice. esaltata da Fichera per la sua sensibilità e per la sua spiccata emotività, trova se stessa. L’opera inizia nel segno di ritmi cadenzati e si interseca con la canzone dei Pooh intitolata “Vento nell’anima”, poichè in essa, proprio come nell’omonimo romanzo della Basso, si riflette sul passaggio da una condizione di torpore alla primavera della vita sancita dall’esplosione di un amore che esprime la sua più nobile espressione nel rapporto tra genitori e figli.Il vento ha una funzione catartica che si fonde con quella cui assolve la natura. Così come il vento dirada le nubi schiarendo il cielo, allo stesso modo esso pulisce l’anima rigenerandola. Il vento soffia su essa ripulendola dalle scorie di un passato magari scandito da interferenze che si ripercuotono sulla qualità del presente.
La distonia che ne consegue nel compimento di un percorso, necessita infatti di pacificazioni. Il vento è anche una brezza che gonfia la vela di una nave consentendole di approdare a nuovi lidi. Il vento però, a proposito dell’opera “Vento nell’anima”, è pure quella brezza che accarezza la natura per consentire al genere umano di sentirne i suoni. Pertanto il vento è quello strumento che permette all’essere umano di entrare in sintonia con il creato. L’incontro letterario, che è ruotato attorno ad un’opera la quale si presta potenzialmente ad una “Fiction” cinetelevisiva, è stato perfezionato dai saluti istituzionali del Presidente del Consiglio comunale di Sant’Alfio Renato Finocchiaro e dell’assessore alla cultura Laura Leonardi, i quali, con le loro domande, hanno gettato le basi per l’approfondimento degli spunti offerti dall’opera della scrittrice Maria Pia Basso. Un momento celebrativo, improntato alla premiazione, ha connotato l’epilogo dell’incontro.
Umberto Trovato