Paternò, fatta piena luce sul duplice tentato omicidio di due ambulanti

Ieri mattina, i Carabinieri della Compagnia di Paternò hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio del  G.I.P. del Tribunale di Catania, su richiesta del Pubblico Ministero, Dott. Fabrizio Aliotta, della Procura Distrettuale della Repubblica del capoluogo etneo, nei confronti del 57enne Giulio Arena, di Belpasso, indagato per tentato omicidio aggravato.

Tutto ebbe inizio la sera del 1° agosto del 2014 quando il reo, a bordo di una Seat Cordoba, in corso del Popolo a Paternò, si fermò proprio dinanzi le auto delle due vittime – trasformate nell’occasione in bancarelle –  ed informandosi sui prezzi dei meloni, posti in vendita, rimase alquanto contrariato dal costo degli stessi, tanto da rivolgere ai venditori delle minacce (rimarcò il fatto che commerciavano abusivamente e che avrebbe avvisato i Vigili Urbani per fargli sequestrare la merce e rovinarli).

Purtroppo, alle minacce di quel venerdì sera, seguì l’agguato posto in essere dall’indagato che, la mattina del 4 agosto 2014, sempre a bordo della stessa autovettura, raggiunse i due venditori ambulanti, fermi nel medesimo luogo, e sceso dall’auto esplose ben quattro colpi di arma da fuoco all’indirizzo dei malcapitati che per pura casualità riuscirono a rimanere illesi grazie anche alla repentina fuga dall’attentatore che per un tratto li inseguì con in mano, oltre alla pistola, un coltello.

L’intervento sul posto degli investigatori dell’Arma fissò alcuni punti cardini per risalire all’autore dell’agguato: 1) Grazie alla testimonianza delle vittime si scoprì la targa dell’autovettura utilizzata dall’uomo (la stessa era stata immortalata il venerdì sera attraverso uno Smartphone in uso ad uno degli ambulanti), risultata poi di sua proprietà; 2)  Sul posto furono repertati 4 bossoli ed 1 ogiva che, dal successivo esame balistico degli specialisti del R.I.S. di Messina, sono risultati esplosi dalla pistola semi-automatica Ruger, modello LCP, calibro 380, detenuta legalmente dall’Arena sin dal dicembre del 2012.

Tali inconfutabili prove, sostenute anche dal fatto che l’uomo è ritenuto l’autore materiale dell’omicidio di Natale Pedalino, avvenuto il 19.12.2015 a Paternò, commesso sembra per motivi legati addirittura ad una partita di olive, hanno convinto il giudice ad emettere il provvedimento restrittivo che è stato notificato all’indagato nel carcere di Catania Piazza Lanza laddove è già recluso per il grave fatto di sangue narrato.