Gli esponenti dell’associazione messinese “La Sicilia ai Siciliani” in trasferta nel Comune etneo per rendere omaggio alle vittime di Murazzo Rotto, ossia gli indipendentisti dell’Evis, guidati dal comandante Antonio Canepa, che settantuno anni fa trovarono la morte in un agguato teso dai carabinieri
Come avviene ormai da diversi anni, anche domenica scorsa l’associazione culturale messinese “La Sicilia ai Siciliani”, guidata dal presidente Salvatore Mangano, ha deposto una corona di fiori sul cippo eretto in contrada Murazzo Rotto, nel territorio del Comune etneo di Randazzo, in ricordo di Antonio Canepa, Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice, ossia i martiri siciliani facenti parte dell’E.V.I.S. (Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia) di cui Canepa era comandante. Il monumento e le lapidi ricordano anche Francesco Ilardi, morto in uno scontro a fuoco qualche giorno dopo l’eccidio randazzese.
Il palermitano Antonio Canepa, in particolare, era un docente universitario di materie giuridiche all’Università di Catania.
Negli anni precedenti al tragico agguato in cui trovò la morte, si era recato a San Marino per organizzare, insieme agli abitanti del luogo, un colpo di stato contro il regime fascista, ma venne arrestato e poi rilasciato.
Dopo l’inizio della seconda guerra mondiale entrò in contatto con i servizi segreti britannici e la notte del 10 giugno 1943 attuò con successo un attentato all’aeroporto di Gerbini (nella piana di Catania) in cui neutralizzò caccia tedeschi e distrusse bombe, armi e munizioni, dando così la possibilità agli anglo-americani di non trovare resistenza in quella zona dopo lo sbarco. Successivamente si recò tra l’Abruzzo e la Toscana per aiutare i partigiani.
Rientrò quindi in Sicilia per continuare la sua lotta per l’indipendenza dell’isola, perseguita da Canepa anche culturalmente attraverso la pubblicazione, nel dicembre 1942, dell’opuscolo “La Sicilia ai Siciliani” (al quale si ispira la denominazione della prima citata associazione messinese), che l’indipendentista firmò con lo pseudonimo di Mario Turri. Tale scritto può considerarsi a tutti gli effetti un manifesto ideologico, in cui si dimostrava che l’indipendenza della Sicilia era il mezzo per l’emancipazione delle classi popolari.
Nel 1945 Antonio Canepa costituì l’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia (E.V.I.S.) che si contrapponeva alle forze militari che occupavano l’isola e che, insieme al M.I.S. (Movimento per l’Indipendenza della Sicilia), avrebbe dovuto condurre la Sicilia all’indipendenza. Ma tale obiettivo non poté essere raggiunto in quanto la mattina del 17 Giugno 1945 il comandante Canepa, all’età di trentasette anni, fu ucciso insieme ai militanti dell’E.V.I.S. da lui guidati in un agguato teso dai carabinieri nella contrada randazzese di Murazzo Rotto, dove oggi sorge il monumento commemorativo delle vittime dell’eccidio.
Le spoglie di Canepa, Rosano, Lo Giudice ed Ilardi riposano al cimitero di Catania nel Viale degli Uomini Illustri.
Rodolfo Amodeo
FOTO: Antonio Canepa in un’immagine d’epoca e gli esponenti dell’associazione “La Sicilia ai Siciliani” domenica scorsa a Murazzo Rotto