Anche lei, così come i protagonisti della sua tesina per i recenti esami di licenza media, ha dato una dimostrazione di come la diversità si riveli spesso e volentieri una ricchezza, se non addirittura una marcia in più nell’eterna sfida della vita. Emanuela Angione, alunna diversamente abile della classe III B della scuola secondaria di primo grado “G. Mameli” dell’Istituto Comprensivo di Francavilla di Sicilia, ha infatti strabiliato e commosso i componenti della commissione esaminatrice con il suo elaborato intitolato “Il figlio della luna”, perché ispirato all’omonimo film tv su Fulvio Frisone, lo scienziato catanese affetto sin dalla nascita da una tetraplegia spastica distonica grave al punto da impedirgli persino di parlare, ma che, grazie soprattutto agli sforzi immani dell’eroica mamma Lucia Colletta, non gli ha impedito di poter studiare con il massimo profitto, sino ad affermarsi in campo internazionale come autorevolissimo fisico. Così, partendo dalla straordinaria vicenda di Frisone, Emanuela ha molto efficacemente dimostrato come le difficoltà psico-fisiche non debbano far considerare “diverso” chi ne è portatore.
«Nel concetto di “diverso” – ha scritto Emanuela Angione nelle significative conclusioni della sua apprezzatissima tesina – rientra tutto ciò che esula dal nostro concetto soggettivo di “normalità”. Ma se per noi è normale una cosa, non è detto che lo sia anche per un altro. Io, crescendo, ho percepito che per gli altri ero diversa, ed ho via via capito che per le persone non ero solo io la diversa, ma anche altri: audiolesi, sordomuti, tetraplegici, paraplegici, persone di colore, persone che credono in un altro Dio, ecc. A quel punto ho intuito di non essere io la diversa, bensì la gente che ci vede così. Ed a questa gente convinta che noi diversi siamo destinati ad una vita infelice e priva di successo, la risposta da dare è “No!!!”. Se i personaggi di cui ho parlato in questa mia tesina sono considerati “diversi”, io sono fiera di essere come loro. A me non è mancato mai nulla, dall’amore dei miei genitori all’affetto dei miei amici e dei miei insegnanti. Tutto questo mi fa provare tenerezza e tristezza per quelle persone che ci considerano diversi, perché loro probabilmente non hanno un cuore felice come il mio: io vivo ed ho la voglia di vivere! Mi piace concludere con una frase del film “Il figlio della luna”: “Chi non ha le mani, ha la testa”. E ricordo che il “figlio della luna” non è solo Fulvio Frisone, ma siamo in tanti ad essere come lui “figli della luna”».
Prendendo le mosse dallo scienziato catanese, i cui interessantissimi studi mirano a ricavare energia pulita ed a basso costo senza produrre scorie radioattive, Emanuela si è poi soffermata su altri “diversi” che hanno fatto la storia della politica mondiale (il presidente americano Roosvelt, affetto da poliomielite), dello sport (il campione paralimpico sudafricano privo di gambe Oscar Pistorius), della musica (il compositore privo di udito Beethoven ed il cantante non vedente Andrea Bocelli) e delle arti figurative (la quotatissima pittrice messicana Frida Kahlo, autrice di celebri autoritratti da lei realizzati, grazie ad uno specchio installato sul soffitto, nel letto su cui era costretta a vivere a causa di una malformazione e di un successivo grave incidente).
Di tutti questi personaggi, la studentessa francavillese ne ha approfittato per approfondire i rispettivi campi di operatività (la fusione fredda ad oggetto della ricerca di Frisone, le scienze motorie e lo sport con riferimento a Pistorius, la storia e la geografia degli Stati Uniti d’America a proposito di Roosvelt, i generi musicali con riferimento a Beethoven e Bocelli e gli stili artistici a proposito della pittrice Kahlo), dando così vita ad un mirabile esempio di interdisciplinarietà, con “incursioni” anche nelle lingue straniere (alcuni degli argomenti trattati sono stati tradotti da Emanuela in Inglese e Francese).
La sua pregevolissima tesina, inoltre, Emanuela Angione non si è limitata a produrla nei formati cartaceo e “Pdf”, ma ne ha anche realizzato un’accattivante versione in “Power Point”, comodamente visionabile su pc o, in pubblico, tramite videoproiettore.
Particolarmente fieri di questa loro allieva “speciale” (che dopo il felicissimo esito degli esami di licenza media è intenzionata a proseguire gli studi presso il Liceo Scientifico) si dichiarano tutti i suoi insegnanti, ed in particolare la docente di Lettere, Anna Amico, e quella di Matematica, Stefania Sapienza, ma soprattutto colei che ha seguito più da vicino Emanuela nel suo percorso di studi, ossia l’insegnante di sostegno Patrizia D’Amore.
Senza andar lontano, sono sicuramente questi i veri esempi della tanto decantata “buona scuola”.
Rodolfo Amodeo
FOTO: Emanuela Angione (nel riquadro) e lo scienziato catanese disabile Fulvio Frisone, ispiratore della sua tesina, insieme alla mamma Lucia Colletta