Il giarrese Raffaello Grassi conquista il titolo mondiale universitario a squadre di tiro al volo -
Catania
21°

Il giarrese Raffaello Grassi conquista il titolo mondiale universitario a squadre di tiro al volo

Il giarrese Raffaello Grassi conquista il titolo mondiale universitario a squadre di tiro al volo

Una genetica infallibile. Proprio come i colpi lasciati esplodere da Casimiro Grassi e dal pronipote Raffaello. A Giarre, relativamente al macrocosmo dello sport, è nata nuova una stella, già prepotentemente affacciatasi nel firmamento internazionale del tiro al volo.

Il suo nome è Raffaello Grassi, recentemente laureatosi campione del mondo in occasione del mondiale universitario di tiro al volo disputatosi a Bydgoszcz in Polonia tra il 14 e il 18 settembre. Il giovane talento classe 91′, vincitore del titolo mondiale universitario nella gara a squadre di tiro al volo incardinato nella specialità “Fossa Olimpica”, è la dimostrazione vivente che il talento è una dote quasi sempre ascrivibile al tessuto genetico ereditato dagli avi.

Era infatti il 1930 quando il bisnonno Casimiro Grassi, membro del collegio tecnico nazionale inerente il tiro a volo ed in particolare la specialità “Fossa olimpica”, partecipava al primo campionato del mondo assoluto di tiro a volo, svoltosi a Roma, piazzandosi sesto. Pertanto non può essere figlio del caso l’accadimento in ordine al quale, a distanza di 86 anni da quell’importante affermazione ottenuta dal giarrese Casimiro Grassi, sia stato proprio il pronipote a ottenere un risultato altrettanto prestigioso in una disciplina che, inoltre, assurge a paradigma della vita. Come nel corso dell’esistenza di ognuno , così anche nel tiro al volo, infatti, per centrare dei traguardi altisonanti occorre prendere di mira un obiettivo e centrarlo.

Raffaello-GrassiNe è consapevole il campione giarrese classe 91′, Raffaello Grassi, esempio vivente di una viscerale passione, come quella per il tiro al volo, tramandata di generazione in generazione. Il curriculum del predetto tiratore, appartenente alla categoria Eccellenza, ovvero al massimo livello, è assolutamente in linea con il concetto secondo cui nel tiro al volo, come nella vita, occorre essere cinicamente lucidi e determinati quando si desidera ottenere dei risultati importanti. Tuttavia, per ogni sportivo che sogna la gloria, un curriculum tocca i massimi livelli quando arriva l’anno della consacrazione del proprio talento.L’anno della consacrazione per Grassi, il cui padre fu anch’egli tiravolista della categoria “Eccellenza”, è arrivato ed è coinciso con il 2016.

Dopo aver ottenuto, a livello individuale, la medaglia di bronzo nel campionato Italiano d’inverno a Pavia ed aver conquistato a giugno il titolo di campione Italiano universitario a Modena, nel mese di luglio Raffaello Grassi si è anche laureato campione italiano a Caltanissetta, nella categoria Eccellenza calibro 20. Il trionfo nella competizione a squadre afferente al mondiale universitario disputatosi in Polonia, ha però rappresentato l’apoteosi per il tiravolista giarrese. L’accesso alla finale, relativamente alla dimensione individuale, è sfumato d’un soffio in Polonia.

Grassi è infatti arrivato settimo, quando invece occorreva arrivare sesti per guadagnarsi l’ingresso. Per farlo, il tiravolista iscritto al “Tav Catania” e vincitore del campionato nazionale universitario con il Cus Catania, avrebbe dovuto centrare 116 piattelli, mentre invece ne ha colpiti 115 su 125. In ogni caso, il suo punteggio, sommato a quello del tiravolista Diego Meoni (114/125) e a quello di Valerio Grazini ( 119/125), gli è valso il titolo mondiale relativamente alla dimensione a squadre. Il terzetto azzurro, totalizzando 348 punti su 375, ha infatti centrato quattro piattelli in più rispetto ai ciprioti, piazzatisi secondi con 344 piattelli su 375. Il terzetto indiano, si è invece fermato a 337 piattelli su 375.

foto-squadraEbbro di felicità Raffaello Grassi per l’oro mondiale ottenuto nella competizione a squadre: “Con quest’oro, l’Italia ha spodestato i campioni in carica della Repubblica Ceca. Ritengo – sostiene lo studente universitario al terzo anno del corso di laurea di Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione afferente alla Facoltà di Scienze Politiche di Catania – che si tratti dell’ennesima prova di forza di una Nazione come l’Italia da sempre al vertice in questo sport. Non per un caso, l’Italia è leader internazionale sia nella produzione di armi da fuoco sportive, che nel munizionamento e nella componentistica. La “Beretta” (fabbrica che esiste da mezzo millennio) e la “Perazzi”, sono due colossi mondiali per quanto concerne la produzione di armi. Infatti a livello internazionale l’utilizzo di armi italiane è consolidato. Mi preme evidenziare che al mondiale universitario hanno gareggiato anche tiravolisti che hanno preso parte alle Olimpiadi di Rio. In Italia comunque, il livello tecnico di questa disciplina è altissimo. Ritengo infatti che sia più difficile vincere un campionato italiano che non un’olimpiade. Il mio mito è Giovanni Pellielo, vincitore della medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio e laureatosi sette volte campione del mondo nella competizione a squadre. Spero di poter continuare a regalarmi grandi gioie vista la mia giovane età”.

Umberto Trovato

 

Potrebbero interessarti anche