Una genetica infallibile. Proprio come i colpi lasciati esplodere da Casimiro Grassi e dal pronipote Raffaello. A Giarre, relativamente al macrocosmo dello sport, è nata nuova una stella, già prepotentemente affacciatasi nel firmamento internazionale del tiro al volo.
Il suo nome è Raffaello Grassi, recentemente laureatosi campione del mondo in occasione del mondiale universitario di tiro al volo disputatosi a Bydgoszcz in Polonia tra il 14 e il 18 settembre. Il giovane talento classe 91′, vincitore del titolo mondiale universitario nella gara a squadre di tiro al volo incardinato nella specialità “Fossa Olimpica”, è la dimostrazione vivente che il talento è una dote quasi sempre ascrivibile al tessuto genetico ereditato dagli avi.
Era infatti il 1930 quando il bisnonno Casimiro Grassi, membro del collegio tecnico nazionale inerente il tiro a volo ed in particolare la specialità “Fossa olimpica”, partecipava al primo campionato del mondo assoluto di tiro a volo, svoltosi a Roma, piazzandosi sesto. Pertanto non può essere figlio del caso l’accadimento in ordine al quale, a distanza di 86 anni da quell’importante affermazione ottenuta dal giarrese Casimiro Grassi, sia stato proprio il pronipote a ottenere un risultato altrettanto prestigioso in una disciplina che, inoltre, assurge a paradigma della vita. Come nel corso dell’esistenza di ognuno , così anche nel tiro al volo, infatti, per centrare dei traguardi altisonanti occorre prendere di mira un obiettivo e centrarlo.
Dopo aver ottenuto, a livello individuale, la medaglia di bronzo nel campionato Italiano d’inverno a Pavia ed aver conquistato a giugno il titolo di campione Italiano universitario a Modena, nel mese di luglio Raffaello Grassi si è anche laureato campione italiano a Caltanissetta, nella categoria Eccellenza calibro 20. Il trionfo nella competizione a squadre afferente al mondiale universitario disputatosi in Polonia, ha però rappresentato l’apoteosi per il tiravolista giarrese. L’accesso alla finale, relativamente alla dimensione individuale, è sfumato d’un soffio in Polonia.
Grassi è infatti arrivato settimo, quando invece occorreva arrivare sesti per guadagnarsi l’ingresso. Per farlo, il tiravolista iscritto al “Tav Catania” e vincitore del campionato nazionale universitario con il Cus Catania, avrebbe dovuto centrare 116 piattelli, mentre invece ne ha colpiti 115 su 125. In ogni caso, il suo punteggio, sommato a quello del tiravolista Diego Meoni (114/125) e a quello di Valerio Grazini ( 119/125), gli è valso il titolo mondiale relativamente alla dimensione a squadre. Il terzetto azzurro, totalizzando 348 punti su 375, ha infatti centrato quattro piattelli in più rispetto ai ciprioti, piazzatisi secondi con 344 piattelli su 375. Il terzetto indiano, si è invece fermato a 337 piattelli su 375.
Umberto Trovato