Nella notte, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Caltagirone, supportati dalla Stazione di Grammichele, a conclusione di un’articolata indagine – condotta anche con attività tecnica – diretta dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, hanno tratto in arresto Michele Abbaco, 53enne, Salvatore Inghilterra, 51enne, Orazio Lipsia, 35enne, e Giuseppe Manusia, 37enne, gravati da innumerevoli precedenti penali e di polizia, in esecuzione dell’ordinanza applicativa della misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Caltagirone.
Il lavoro degli inquirenti parte nell’aprile del 2014, all’indomani del verificarsi di numerosi furti di organi elettrici, perpetrati all’interno degli impianti idrici localizzati tra Grammichele e Granieri, al fine di ricavare rame da rivendere sul mercato nero. Nel corso delle indagini è emerso, sin da subito, come Orazio Lipsia, Michele Abbaco e Giuseppe Manusia avessero una spiccata capacità nel delinquere, dimostrata dalla dimestichezza con cui preparavano e portavano a segno i loro colpi nonché dalla facilità e rapidità con cui si disfavano della refurtiva, vendendola a ricettatori di Grammichele, Comiso – nello specifico Salvatore Inghilterra – e Paternò, anch’essi finiti nel registro degli indagati, con cui in alcuni casi hanno letteralmente progettato la commissione dei furti stessi.
Il compendio probatorio raccolto dagli investigatori ha permesso di riconoscere la stabilità ed il radicamento sul territorio di questo gruppo criminale, delineando un rapporto di correità ai limiti del vincolo associativo.
I reati scoperti infatti, come pocanzi accennato, sono innumerevoli e assai vari e spaziano tra il furto in abitazione, il furto aggravato, la ricettazione e la rapina impropria.
A testimonianza della spregiudicatezza e pericolosità degli arrestati si evidenzia come, in più di un’occasione, colti sul fatto dai proprietari dei terreni all’interno dei quali si erano introdotti, non abbiano esitato a minacciare di morte le parti offese – anche brandendo un’accetta – o a speronare l’autovettura di una di queste ultime per guadagnarsi la fuga.
Gli arrestati privilegiavano il furto di attrezzi da cantiere, materiale ferroso, batterie per autoveicoli e gasolio da trazione, creando spesso oltre al danno economico conseguente la sottrazione dei citati materiali anche numerosi disservizi alla collettività, come ad esempio quando le loro azioni delittuose prendevano di mira società impegnate nella raccolta dei rifiuti solidi urbani. Tuttavia nel corso dei loro raid, si accaparravano qualsiasi cosa capitasse loro a tiro, tanto da asportare anche un’autovettura, dei cellulari, una macchina fotografica, un carretto siciliano o addirittura arrivando a rubare in una chiesa dalla cassetta per le offerte dei fedeli. Neanche il vincolo di parentela è stato sufficiente a frenare l’agire di uno degli indagati, che si è reso autore di un furto persino all’interno dell’abitazione della propria nonna.
Ad ulteriore testimonianza dell’inveterata propensione a delinquere dei citati malviventi, si ricorda che, il 15 gennaio scorso, a Grammichele, proprio Orazio Lipsia era stato ferito da un colpo di fucile all’addome, esploso dal proprietario dell’abitazione nella quale stava perpetrando l’ennesimo furto.