Il sindaco Marco Alosi ha voluto rispondere alla denuncia dell’arciprete della Parrocchia Maria Santissima Immacolata di Fiumefreddo di Sicilia Giambattista Rapisarda.
Il parroco fiumefreddese, nei giorni scorsi, ha pubblicato su youtube un videomessaggio per parlare dello stato di abbandono in cui versa la cittadina jonica che sembra una “zona terremotata o di guerra”.
“Sono nato a Fiumefreddo nel 1944 – afferma – e sono sacerdote dal 1985. Devo constatare con amarezza che negli ultimi 36 anni ho assistito ad un degrado progressivo del nostro splendido paese che ha potenzialità enormi dal punto di vista turistico, agricolo e commerciale. La Siace – continua – è stato un mostro ecologico che ha deturpato il paesaggio costiero causando un danno all’economia, un’area completamente dismessa che nonostante i tanti progetti non è stata mai riqualificata. A questo si aggiungono le altre incompiute come la Piazza Botteghelle, cantiere aperto da cinque anni con una generazione di bambini che la sconosce totalmente; le strutture fatiscenti antistanti al Casale Papandrea e le case popolari di Ponteboria, incomplete e abbandonate da anni. Siamo veramente stanchi – conclude – ed è tempo che le istituzioni agiscano pensando solo al bene comune”.
“Ho sentito – commenta il primo cittadino – lo sfogo di Padre Giambattista. Ho avuto modo di parlare con lui anche perché ha dato adito a delle speculazioni politiche. Io non penso fosse però nei suoi interessi fare questo. Siamo in campagna elettorale lo sappiamo ma io l’ho preso come lo sfogo di una persona che vive da tanti anni a Fiumefreddo e vede cambiare il suo paese in maniera drastica. Parla della Siace ma deve sapere che questa amministrazione ha intenzione di acquistare all’asta fallimentare uno di questi ecomostri, la Keyes, per metterlo a frutto. Per quanto riguarda le case popolari abbiamo, invece, ottenuto un finanziamento di 1 milione di euro per la loro ristrutturazione. Sono delle cose che ci siamo ritrovati e che stiamo cercando di cambiare. Per la situazione della piazza lui stesso ha mandato una missiva al Presidente del Tribunale di Catania e non ha avuto risposta perché i tempi della legge non dipendono né da Padre Giambattista, né dall’assessore Fiume, ne da Marco Alosi ma dalla burocrazia delle udienze che hanno in cantiere. Abbiamo, però, fatto tutte le operazioni in essere perché possano riprendere al più presto i lavori”.
Alessandro Famà
Riprese di Angelo T. La Spina