Un film è la narrazione per immagini di una vicenda che quasi mai il regista e gli attori hanno vissuto in prima persona, perché tratta da un romanzo scritto da altri o da fatti risalenti ad epoche lontane. A Catania, invece, è stato recentemente prodotto un film tratto da una storia vera personalmente vissuta da diversi suoi attori protagonisti: è “La voce negli occhi”, incentrata sulla struggente ed esemplare vicenda di Salvatore Crisafulli, deceduto nel 2013 a quarantotto anni, dieci dei quali trascorsi completamente immobilizzato ed incapace di comunicare se non attraverso lo sguardo. Tutto ciò a seguito di un terribile incidente stradale avvenuto nel capoluogo etneo nel settembre del 2003.
Ma dal suo letto, Salvatore ha condotto una dura battaglia per il diritto alle cure alternative, all’assistenza domiciliare ed alla dignità dei disabili. E’ quindi divenuto un’icona della lotta contro l’eutanasia, meritandosi gli appellativi di “Terry Schiavo italiano” ed “Anti-Welby”: in un corpo immobile – è l’insegnamento lasciato da Salvatore Crisafulli – c’è pur sempre una persona viva e che ha ancora voglia di vivere. E la sua dolorosa esperienza è una testimonianza di ciò.
Dopo l’incidente, infatti, i medici non gli avevano dato alcuna speranza, ritenendo che fosse in coma vegetativo. Ma la mamma Angela ed il fratello Pietro, con il passare del tempo, si sono resi conto che Salvatore comprendeva quanto gli accadeva intorno, perché sentiva e vedeva tutto. Le sue lacrime, dunque, non erano un riflesso incondizionato, ma piccoli “sos” da lui lanciati per far capire che c’era e che era vivo. Il caso di Salvatore Crisafulli, pertanto, ha scosso la comunità scientifica internazionale, mettendo in discussione la sottilissima linea di demarcazione tra la vita e la morte.
Ma da questa significativa vicenda di sofferenza ed impegno sociale emerge anche il profondo legame affettivo tra il protagonista ed il fratello Pietro, che nel film “La voce negli occhi” interpreta il ruolo di se stesso.
Ed è un legame che ha superato la morte in quanto è stato proprio Pietro Crisafulli a farsi promotore di questa produzione cinematografica attraverso l’associazione onlus “Sicilia Risvegli”, da lui fondata insieme a Salvatore ed avente come “mission” il sostegno ai familiari dei malati in coma o affetti da gravi malattie neurodegenerative nonché l’ambizioso progetto dell’apertura nel Catanese di un “centro risvegli” che dia ospitalità ai pazienti in stato vegetativo. Ed i proventi de “La voce negli occhi” verranno utilizzati proprio per tentare di realizzare questo “sogno”, per il quale, peraltro, una generosa famiglia ha messo gratuitamente a disposizione un terreno dove la struttura in questione dovrebbe sorgere.
«Ho recitato nei panni di me stesso – dichiara Pietro Crisafulli – e ciò mi ha comportato un grosso impegno emotivo. Il film, ambientato a Catania, a Milano, in Toscana ed in Austria, è stato interamente girato nella nostra Sicilia; le scene finali, in particolare, proprio nella casa dove Salvatore si è spento, che adesso è stata venduta. Ho voluto, infatti, che le location fossero il più possibile autentiche. Avevo interpellato la Regione Siciliana e diversi Comuni per ottenere una compartecipazione alle spese di produzione, ma le istituzioni sono state vergognosamente tutte assenti. “La voce negli occhi” abbraccia un arco temporale di quasi quarant’anni, a partire dal 1975, quando Pietro (ossia il sottoscritto) e Salvatore, figli di genitori separati, vengono portati in collegio. Crescono insieme, quasi in simbiosi. Poi diventano adulti, si sposano ed ognuno intraprende la propria strada, ma senza mai perdere di vista l’altro. Quando Salvatore è costretto a letto, Pietro, che nel frattempo si era trasferito in Toscana, torna in Sicilia per assisterlo, e non lo lascerà più sino alla morte. Insieme incontreranno centinaia di disabili con le loro famiglie, aiutandoli a sentirsi meno soli, dando voce a chi cerca di tutelare i propri diritti e facendo capire, soprattutto alle pubbliche istituzioni, che i malati non sono affatto cittadini di “serie B”».
Tra attori, operatori di ripresa e maestranze varie, “La voce negli occhi” ha coinvolto circa centocinquanta persone che hanno prestato del tutto gratuitamente la propria opera sotto l’esperta guida del regista e sceneggiatore Rosario Neri, il quale ha tratto in parte ispirazione da “Con gli occhi sbarrati”, ossia il libro sulla storia di Salvatore pubblicato nel 2006 da Pietro Crisafulli e dalla giornalista Tamara Ferrari.
Nel cast, oltre a Pietro Crisafulli e ad alcuni medici veri, come il dottor Enrico La Delfa, anche Maria Maugeri nel ruolo della tenacissima madre Angela, Carmelo De Luca nel ruolo di Salvatore, Giovanni Gagliano nel ruolo del fratello Marcello, Francesca Tropea, Orazio Campagna, Karim Anselmi, Jonathan Crisafulli, Agata Reale, Arianna Castorina ed altri attori ancora, alcuni dei quali già noti negli ambienti cinematografici e televisivi.
Il film, avente una durata di un’ora e quaranta minuti, si avvale della colonna sonora composta da Andrea Ferrante ed è anche corredato da sottotitoli in lingua inglese.
«Sono profondamente commosso per quanto realizzato – tiene a sottolineare Pietro Crisafulli –, ossia il racconto di un grande percorso morale e di coraggio, che ci auguriamo possa avere un impatto forte sulla politica, sul costume, sulla medicina ed anche su certi settori ecclesiastici: il messaggio è forte e drammatico, ma al contempo carico di speranza per molte famiglie italiane che, in questa società che si autodefinisce “evoluta”, restano ancora abbandonate a se stesse».
Rodolfo Amodeo
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FOTO: Pietro Crisafulli con il compianto fratello Salvatore e durante le riprese del film “La voce negli occhi”