L’associazione di protezione ambientale “A.P.A. San Francesco” esorta i sindaci di Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Piedimonte Etneo e Randazzo a far rientrare un pregiato lembo di territorio, ricadente tra i quattro Comuni, nell’importante iniziativa dell’Unione Europea che concilia tutela dell’ambiente e crescita economica
C’è una vasta ed interessante area territoriale rientrante nei Comuni di Castiglione di Sicilia, Randazzo, Linguaglossa e Piedimonte Etneo che avrebbe tutti i numeri per essere valorizzata nell’ambito della cosiddetta “Rete Natura 2000”, ossia il principale strumento dell’Unione Europea, istituito e disciplinato da una direttiva del 21 maggio 1992, per la conservazione degli habitat naturali della fauna e della flora. A rimarcare ciò è da tempo l’associazione di protezione ambientale “A.P.A. San Francesco” costituita un paio d’anni fa a Castiglione di Sicilia per volontà di un gruppo di cittadini particolarmente competenti riguardo alle tematiche ambientali ed allo sviluppo turistico ecosostenibile nonché sensibili ai nuovi strumenti di comunicazione, quali Internet ed i social-network.
Nei mesi scorsi, su sollecitazione dell’Apa San Francesco, il primo cittadino castiglionese Salvatore Barbagallo ha avviato presso gli organi competenti l’iter di inserimento del suo Comune nella Rete Natura 2000, ma sarebbe auspicabile che pure i suoi colleghi dei limitrofi Comuni di Randazzo, Linguaglossa e Piedimonte facessero altrettanto, visto che, come prima si accennava, l’area in questione ricade anche nei loro territori.
Ma quali sono i vantaggi di far parte di questa rete naturalistica europea? A spiegarlo sono gli esponenti dell’Apa San Francesco attraverso un’apposita nota che, quanto prima, confluirà in una lettera aperta alle popolazioni delle quattro municipalità interessate affinché prendano coscienza di tale opportunità.
«Sino ad oggi – sostengono i dirigenti dell’associazione di protezione ambientale, guidata dal segretario generale Fortunato Rinaudo – i nostri territori sono stati sottoposti a vincolo dalla Soprintendenza, con tutte le limitazioni che ne sono conseguite per le attività umane. La Rete Natura 2000, invece, garantisce la protezione dell’ambiente, ma tenendo anche conto delle esigenze economiche e sociali delle popolazioni che abitano nei territori in essa rientranti. Far parte di questo virtuoso contesto consente, tra l’altro, di godere di una corsia preferenziale nell’attingimento ai finanziamenti comunitari per avviare attività imprenditoriali e ristrutturazioni edilizie (pensiamo ai tanti immobili rurali di pregio insistenti nelle nostre campagne etnee, che potrebbero trasformarsi in accoglienti strutture ricettive).
«La porzione di territorio etneo che si presta particolarmente a rientrare nella Rete Natura 2000 è un cosiddetto “corridoio ecologico”, ossia un insieme di habitat tra loro interconnessi, che permettono lo spostamento della fauna e lo scambio genetico tra specie vegetali, favorendo così un aumento del grado di biodiversità. Si tratta, per l’esattezza, della contrada denominata “Pantano”, ubicata a cavallo tra il Parco dell’Etna, il Parco Fluviale dell’Alcantara ed il Parco dei Nebrodi e, per quanto concerne la competenza territoriale, pertinente ai Comuni di Castiglione di Sicilia, Randazzo, Linguaglossa e Piedimonte Etneo.
«Già dal 1994, peraltro, questa particolare area territoriale veniva dichiarata “di notevole interesse pubblico” da un apposito decreto dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione. Purtroppo, però, le popolazioni interessate non sempre si sono mostrate all’altezza di sfruttare tutte le opportunità derivanti dal prestigioso “imprimatur” concesso ventidue anni fa dalla Regione Siciliana; spesso, anzi, tale “dichiarazione di interesse pubblico” è stata maldestramente ed in maniera quasi “autolesionista” interpretata come un vincolo anziché come un’occasione di sviluppo socioeconomico.
«Ed, intanto, i nostri territori si spopolano sempre di più proprio perché non si riescono a mettere a frutto le loro enormi potenzialità economiche ed occupazionali. Aderire a Rete Natura 2000 è, dunque, un’occasione da non perdere per poter gettare le basi di uno sviluppo concreto e guardare con serenità al futuro delle giovani generazioni. A Castiglione di Sicilia il sindaco Salvatore Barbagallo ha già iniziato ad attivarsi in tal senso e, da quanto abbiamo avuto modo di appurare, con l’avallo di tutte le parti politiche locali, che hanno compreso l’importanza della nostra proposta. Ci auguriamo che altrettanto avvenga anche negli altri tre Comuni interessati».
Rodolfo Amodeo
FOTO: i sindaci dei quattro Comuni che dovrebbero essere interessati ad aderire a “Rete Natura 2000”, ossia, da sinistra, Salvatore Barbagallo (Castiglione di Sicilia), Rosa Maria Vecchio (Linguaglossa), Ignazio Puglisi (Piedimonte Etneo) e Michele Mangione (Randazzo)