A Francavilla di Sicilia i fedeli più attenti si sono sempre interrogati sul senso e sul messaggio dell’artistica tela di autore ignoto affissa nel secondo altare laterale a sinistra (per chi entra dalla porta centrale) della chiesa dell’Annunziata. Essa raffigura la Madonna con in braccio Gesù Bambino, con l’altro braccio che solleva in aria un uomo per farlo uscire dal Purgatorio, e con ai suoi piedi un angelo che offre al Bambinello un canestro pieno di cuori. Adesso il “mistero” è stato in parte svelato da Don Giovanni Salvia, sacerdote francavillese che ricopre il prestigioso incarico di Cappellano Militare Capo presso il 41° Stormo Anti-Sommergibili della Base Aerea di Sigonella.
Il prelato, che nonostante i numerosi impegni non ha mai rescisso il legame con il suo amato paese d’origine (di recente, con la sua associazione “Amici di Gesù”, ha persino interamente finanziato la terza edizione del concorso per cortometraggi “Francavilla Film Festival”), negli appena trascorsi mesi estivi ha sostituito per qualche tempo l’arciprete titolare della parrocchia dell’Alcantara, Don Giuseppe Albano. Un giorno, mentre si trovava nella chiesa dell’Annunziata, Padre Salvia ha visto aggirarsi per il luogo di culto due giovani visitatori i quali, non appena giunti al cospetto del dipinto sacro cui prima accennavamo, dopo qualche istante di stupore hanno esclamato: «Ma questa è la tela della Madre Santissima del Lume, che c’è anche da noi a Porticello!…». Quest’ultimo è un borgo marinaro, frazione del Comune di Santa Flavia, in provincia di Palermo, dove, per l’appunto, la Vergine del Lume, patrona della borgata e protettrice del mare, è solennemente venerata tra la fine del mese di settembre e gli inizi di ottobre. Ma Don Giovanni Salvia, “intrigato” da quanto casualmente appreso dai due turisti palermitani, ha condotto delle ricerche ed ha appurato che anche a Messina e dintorni ebbe a diffondersi questo tipo di culto.
«Ringrazio i graditi visitatori venuti da Porticello, ossia Giuseppe Andolina e Renato Sceusi – dichiara il cappellano militare –, per averci fatto finalmente venire a capo del contenuto di questa pregevole tela esposta nella nostra chiesa dell’Annunziata. Grazie all’“input” da loro ricevuto mi sono addentrato nell’argomento ed ho appreso che furono i Gesuiti, prima a Messina e poi a Palermo, a diffondere il culto mariano del Lume.
«Il merito è soprattutto di Padre Giovanni Antonio Genovese, eroico missionario morto in odore di santità nel 1743 a Messina durante l’epidemia di colera. Volendo consacrare le fatiche della sua missione alla Madonna, decise di dedicarle un quadro. Ma per sceglierne il soggetto esatto si affidò ad una religiosissima veggente, alla quale Maria si rivelò, indicando il nome da dare al dipinto e mostrandosi esattamente così come appare nelle varie raffigurazioni della Vergine del Lume. Padre Genovese, infatti, fece riprodurre ad un pittore quanto apparso all’amica mistica.
«Sta di fatto che non sappiamo in che modo quella tela sia arrivata nella nostra chiesa di Francavilla, ma una cosa è certa: essa presenta dei particolari che la distinguono dalle altre analoghe che, dopo quella originaria commissionata dal gesuita messinese, vennero dedicate alla Madonna del Lume. Nel dipinto francavillese, infatti, ai piedi della Vergine, anziché l’angelo con il canestro pieno di cuori, appare una giovane donna con un manto rosso e con in mano la palma del martirio, che rimanda in maniera pressoché inequivocabile alla figura di Santa Barbara, patrona del nostro paese. Probabilmente, dunque, si tratta di una raffigurazione della Madonna del Lume adattata alla realtà locale, con la santa patrona Barbara nell’atto di chiedere alla Madre di Dio la protezione della comunità cristiana francavillese.
«Sarebbe pertanto interessante – conclude Padre Salvia – intraprendere un’accurata ricerca per verificare se, in qual misura ed in che epoca questo particolare culto mariano del Lume abbia attecchito anche a Francavilla di Sicilia».
Rodolfo Amodeo
FOTO: la tela della Madonna del Lume esistente a Francavilla di Sicilia all’interno della chiesa dell’Annunziata ed, accanto, Don Giovanni Salvia