Con un toccante monologo sulla guerra e sul dramma dei migranti ha emozionato e commosso non solo i quattro giurati ma anche il pubblico presente in studio e i milioni di telespettatori sintonizzati su Canale 5.
Parliamo dell’attore e scrittore fiumefreddese 34enne Giuseppe Brancato che, nella puntata di “Tu Si Que Vales” andata in onda lo scorso sabato, ha superato il primo step di selezione.
Il racconto è ispirato alla storia vera di Aylan, il bambino di tre anni annegato e trovato a pancia in giù sulla spiaggia di Bodrum in Turchia, ritratto in una foto che ha fatto il giro del mondo. Dal primo all’ultimo battito Giuseppe Brancato narra di questo bambino che fin dalla pancia della madre vive il dramma della guerra sperando in un viaggio a bordo di uno di quei tanti barconi che ogni giorno solcano il Mediterraneo con il sogno di arrivare in Italia (clicca eguarda il video dell’esibizione http://www.wittytv.it/tu-si-que-vales/giuseppe-brancato/)
Da una piccola comparsata a 19 anni ad “Un medico in famiglia” si arriva al diploma nel 2010 all’Accademia di Teatro Contemporaneo Gesti di Catania diretta da Guglielmo Ferro. Poi Giuseppe ha intrapreso il mestiere di attore con Tuccio Musumeci tra Catania e Palermo con uno spettacolo in tournée. Da tre anni lavora con una compagnia di Salerno che si chiama “Artisti Cilentani” e con loro mette in scena anche vari musical, tra cui uno sull’Eneide portato all’Expo di Milano in cui ha interpretato Enea e “Mamma mia” realizzato quest’estate. Importante anche la collaborazione con la compagnia di Caltagirone “Nave Argo” che si occupa prettamente di spettacoli nelle scuole.
“Sono riuscito a diventare un attore – prosegue – realizzando il mio sogno anche se questo mestiere è difficile perché capita che ci siano periodi in cui si sta fermi. Per fortuna io, però, da quando ho preso il diploma non ho mai smesso di lavorare. Partito da un piccolo paese come Fiumefreddo sembrava impossibile riuscire a svolgere questa professione ma invece le cose stanno andando bene. Rimango molto legato al mio paese di origine perché non bisogna mai dimenticare da dove si arriva e ogni volta che vi faccio ritorno mi sento veramente a casa”.
Alessandro Famà