Si rinnoverà sabato prossimo, 3 dicembre, la devozione della comunità francavillese nei confronti di Santa Barbara, patrona della cittadina dell’Alcantara. La ricorrenza, in realtà, sarebbe l’indomani, ossia il 4 dicembre, ma ricadendo in una domenica di Avvento è stata anticipata di un giorno.
Quest’anno, comunque, i relativi festeggiamenti inizieranno dopodomani, martedì 29 novembre, con la cerimonia, che avrà luogo alle ore 18.00 nella chiesa dell’Annunziata, della discesa della statua di Santa Barbara dall’altare sulla vara.
«Trattasi di una novità – sottolinea Antonio Mancini, alla guida del comitato dei festeggiamenti – che abbiamo concordato con il nuovo arciprete di Francavilla di Sicilia, Padre Gerry Currò, mostratosi estremamente disponibile nei confronti della nostra commissione organizzatrice».
Nella giornata della festa, ossia sabato prossimo, le SS. Messe verranno celebrate dai sacerdoti Don Giovanni Salvia (ore 8,00), Don Giuseppe Albano (ore 9,30), Don Lino Grillo (ore 11,00) e dal Vicario Generale Mons. Gaetano Tripodo (ore 18,00). Dopodiché, alle ore 19.00, il simulacro di Santa Barbara verrà portato in processione per le vie del paese.
«Desidero ringraziare sentitamente – dichiara il “patron” Antonio Mancini – l’arciprete Gerry Currò per il suo prezioso ed indispensabile supporto. Validissimi collaboratori, inoltre, saranno senz’altro i fuochisti della ditta “Torrisi” di Santa Venerina (CT), Trisha Sgarlata e Giuseppe Monte, che cureranno rispettivamente gli addobbi floreali e l’illuminazione artistica, e la banda musicale “M° Giuseppe Caruso” di Novara di Sicilia».
A Francavilla di Sicilia pare che il culto di Santa Barbara affondi le proprie origini in una reliquia della vergine e martire cristiana (l’osso frontale collocato in un mezzobusto d’argento) portata lì dall’Oriente dal monaco basiliano San Cremete, abate del monastero di San Salvatore della Placa (in gergo dialettale locale comunemente inteso come “Batiazza”), da cui i religiosi, sul finire del XIX secolo, andarono via per trasferirsi (prima a Castiglione di Sicilia e poi a Randazzo) in edifici più confortevoli ed in ambienti dal clima più mite (v. gli studi del francavillese Salvatore Ferruccio Puglisi contenuti nella sua pubblicazione “Il Salto di San Crimo”). Ma durante il trasloco, proprio mentre i frati stavano prendendo la reliquia di Santa Barbara per portarsela nella loro nuova dimora, scoppiò un violentissimo temporale, che venne interpretato come la volontà della martire di voler rimanere a Francavilla. I monaci decisero, quindi, di lasciare la reliquia nella chiesa dell’Annunziata, e non appena la depositarono lì, il tremendo uragano d’improvviso cessò ed il sole tornò miracolosamente a risplendere, fenomeno questo che si sarebbe puntualmente manifestato successivamente ogni qualvolta, preoccupata dalle avversità atmosferiche, la popolazione francavillese portava in processione la statua di Santa Barbara per implorare il cessare delle intemperie.
Barbara nacque nel III secolo d.C. in Asia Minore, in quella che è l’attuale città turca di Izmir (chiamata a quei tempi Nicomedia). Il padre Dioscuro, di religione pagana, non appena intuì che la figlia aveva abbracciato il credo cristiano, la denunciò al magistrato romano che, dopo due giorni di atroci torture, il 4 dicembre del 306 d.C. la condannò alla decapitazione per mano dello stesso genitore. Ma un istante dopo la crudele esecuzione, in segno di punizione divina Dioscuro venne ucciso da un fulmine. In considerazione di tale episodio, Santa Barbara è assurta a protettrice di tutti coloro i quali hanno a che fare con esplosivi e pericolosi materiali infiammabili (artiglieri, fuochisti, vigili del fuoco, minatori, ecc.).
Rodolfo Amodeo
FOTO: la Chiesa dell’Annunziata di Francavilla di Sicilia, la statua di Santa Barbara lì conservata e nei riquadri (dall’alto in basso) l’arciprete Gerry Currò e l’organizzatore dei festeggiamenti Antonio Mancini