“Nei racconti in famiglia, la famiglia di Anna, mia moglie, che ricordavano gli anni della guerra, c’era a volte un accenno, molto sobrio e subito archiviato, a un evento che faceva parte della storia familiare, e di una storia più ampia, che si preferiva lasciare sullo sfondo come qualcosa di ingombrante, e troppo grave, che era meglio dimenticare” si apre così il libro del prof. Umberto Santino (nella foto a destra), fondatore e direttore del Centro Impastato di Palermo, primo centro studi sulla mafia e le altre forme di criminalità organizzata, sorto nel 1977 in Italia (Di Girolamo Editore, Trapani, 2016, pagg. 135, € 9,90) dal titolo “La strage rimossa. La Sicilia e la Resistenza).
Sul frontespizio un particolare del famoso quadro di Francisco Goya “Los fusilamientos del tres de mayo”. Il libro che fa parte della collana “dg pocket” apre un profondo squarcio di luce su avvenimenti poco conosciuti della nostra storia ed è stato presentato al circolo di via Capuana a Catania martedì scorso, affollato da tanti estimatori dello studioso palermitano, da Santina Sconzo, presidentessa dell’Anpi etnea, e da Gabriele Centineo, i quali hanno sottolineato l’importanza oggi del volume che andrebbe adottato anche nelle nostre scuole come conoscenza ed approfondimento degli avvenimenti che il secolo scorso hanno sconvolto il mondo intero e, in particolare, l’Italia dopo l’8 settembre 1943.
A Nola, cittadina vicino Napoli, patria “di San Paolino, di Giordano Bruno e di Luigi Minichini” erano dislocati, durante il secondo conflitto mondiale, due caserme con depositi di artiglieria e, dopo l’annuncio dell’armistizio, dato alle 19,42 dell’8 settembre 1943 dal maresciallo Pietro Badoglio, erano di già presenti forze militari tedesche, come del resto in tutta la Campania, per fronteggiare lo sbarco degli alleati a Salerno avvenuto proprio la notte del 9. E proprio nel pomeriggio del 10 avvengono i primi scontri a Nola tra tedeschi ed italiani conclusisi con la morte di un soldato ed un ufficiale tedeschi.
Con degli stratagemmi il comando germanico riesce a penetrare nelle due caserme, a catturare, disarmandoli, tutti gli ufficiali e la truppa e, infine, a condannare alla fucilazione 10 ufficiali fra cui “il capitano Mario De Manuele, nato a Palermo il 2 ottobre 1891”. Le ricerche dell’autore sono partite dall’indagine svolta dal nipote Paolo il quale, per primo “spinto da curiosità genealogiche” ha iniziato a raccogliere le prime informazioni, ampliate dal Santino con una scrupolosa e molto attenta ricerca delle fonti ed anche di testimoni locali sull’accaduto.
Quella “risultava essere la prima strage operata dai nazisti subito dopo la firma dell’armistizio” ed osserva l’autore “ non era entrata, come meriterebbe, nella storia d’Italia” per il silenzio dei congiunti e degli storici. Un primo accenno ai fatti di Nola è apparso sul Corriere della Sera del 21 aprile 1997 grazie ad una lettera scritta da Ugo Tebaldini. L’interesse per il libro è dato anche dalla seconda parte, dedicata alla “Resistenza” dei siciliani, col racconto di fatti avvenuti a Castiglione di Sicilia il 12 agosto con l’uccisione di 16 civili “la prima contro la popolazione civile compiuta dai tedeschi in Italia”, ed a Mascalucia con scontri che causarono la morte di due soldati italiani e di un civile e di diversi militari tedeschi. Ma non mancano gli accenni a quelli operati dagli “alleati” in diverse località siciliane.
L’analisi dell’autore approfondisce i temi legati alla nostra “Costituzione, che si vuole fondata sulla Resistenza, è frutto di un patto-compromesso tra varie culture, la cattolica, la liberale, la social comunista, che a un certo punto, nel corso dei lavori, nel maggio del 1947, si è rotto e non si è più ricomposto”.
Completano il libro una ricchissima bibliografia ed anche, diverse fotografie dell’epoca.
Domenico Pirracchio