Il pregevole volume “Orti botanici. Eccellenze italiane” a cura di Marina Clauser, responsabile dell’Orto botanico di Firenze, e di Pietro Pavone, docente di botanica dell’Università di Catania, è stato presentato con il contributo del FAI (Fondo Ambiente Italiano) sezione di Catania, presieduto da Antonella Mandalà, venerdì pomeriggio all’Orto botanico etneo di via Antonio Longo (Thema edizioni, supplemento alla rivista NuoveDirezioni, Firenze,agosto 2016, pagg. 295, in omaggio).
“Verso la metà del XVI secolo sorgono anche i primi orti botanici – osserva Claudia Perini nella sua relazione – annessi alle università, più precisamente a istituti botanici, con strutture adibite alla conservazione di campioni vegetali, i cosiddetti Erbari, e spesso strettamente legate a grandi maestri del campo delle scienze naturali”.
I primi Orti botanici sono nati proprio in Italia, il primo a Pisa nel 1544 per volontà di Cosimo I; un anno dopo è il turno di quello di Padova “Ortus cinctus” e subito dopo a Firenze è istituito il “Giardino dei Semplici”.
Dopo la conferenza di Rio de Janeiro del giugno 1992 sulla conservazione della biodiversità biologica proprio a Palermo nasce la Banca del Germoplasma, detta comunemente Banca dei semi.
Molto interessante la relazione del prof. Pietro Pavone, acclusa al volume su “Orti botanici aderenti alla Società Botanica Italiana: una panoramica sul territorio nazionale” con dati ed attività svolte da ben 76 strutture esistenti in Italia dalle Alpi alla Sicilia. L’attività, ha sottolineato il prof. Pavone, prevede ancora la presentazione del volume prossimamente anche con gli studenti dell’istituto d’Arte e l’Archeoclub.
Domenico Pirracchio