Pescatori sul piede di guerra per gli annosi problemi con cui devono fare i conti, a partire dai rifiuti che raccolgono in mare per seguire con l’eccessiva presenza di tonno nei nostri mari.
I problemi del settore sono stati affrontati ieri mattina negli stati generali della pesca artigianale, convocati dalla Federazione armatori siciliani e dall’Associazione pescatori marittimi professionali, per un incontro che si è svolto nel salone del Vascello del Comune di Riposto.
«Il nostro comparto – dice Alfio Fabio Micalizzi, presidente della Federazione armatori siciliani – soffre per la cattiva politica del malaffare, per i comitati che vanno solo a pesca di finanziamenti europei per progetti inutili e spesso mai realizzati. Il nostro settore ha dei problemi seri: il primo deriva dall’inquinamento marino: non peschiamo più pesce e questo è il primo danno alle piccole e medie imprese. L’altro problema è l’eccessiva presenza di tonno nei nostri mari. Vi sono lobby nazionali e internazionali che sono una sorta di mafia della pesca del tonno e che ha stabilito delle quote; quelle attribuite all’Italia sono state ottenute in maniera anomala solo da 12 imprese, quasi tutte campane: i nostri mari sono invasi da tonni che mangiano tutte le specie ittiche minori che incontrano».
Gli armatori siciliani hanno inviato un documento al governo in cui chiedono di essere ascoltati. «Le imprese di pesca – conclude Micalizzi – rappresentano sviluppo per l’Italia e accrescono il prodotto interno lordo».
M.G.L.