Ai suoi più stretti collaboratori, in queste ore, continua a ripetere una frase di Woody Allen, “Se di tanto in tanto non hai degli insuccessi, è segno che non stai facendo nulla di davvero innovativo”. L’innovazione, però, ed è questa la seconda parte del suo ragionamento, non può arrivare dall’alto, è sempre arrivata dal basso, dagli individui ed è qui che c’è stato il cortocircuito con la società. Da questo occorre ripartire, da questo imperdonabile errore che abbiamo commesso, per riannodare i fili per bene, ristabilendo un collegamento vero con tutti quelli che hanno scommesso in una nuova generazione che in questi anni si è sporcata le mani per dare un futuro all’Italia.
“Per ogni fine c’è un nuovo inizio”, e questo nuovo corso Davide Faraone vuole costruirlo già a partire dai prossimi giorni. Senza perder tempo. “È ora di cambiare marcia, di non guardare indietro ma avanti”, ha scritto sul suo Blog qualche giorno fa chiedendo al Pd siciliano “di aprire una nuova stagione di ascolto e coinvolgimento tornando nei territori, nelle piazze, nei mercati, nei circoli per capire cosa vogliono i siciliani, come immaginano il futuro. Un processo aperto, plurale, inclusivo che parta dai cittadini e che abbia proprio loro al centro e che abbia il suo sbocco naturale nelle Primarie per la scelta del prossimo candidato alla Presidenza della Regione”.
Ma non c’è solo il Pd siciliano tra gli appunti che Faraone segna nella sua “Agenda Sicilia 2017”. C’è soprattutto l’idea di riportare la discussione “fuori”, coinvolgendo i settori dinamici della società siciliana che non riescono ad emergere, intelligenze ed energie vive ma invisibili che devono essere messe in rete, devono diventare un network, una lobby 2.0 che condizioni la nuova politica. Come farlo è allo studio e le prime indicazioni riportano alla “Bing Bang Theory”, la strategia dei renziani della prima ora, aggiornata e corretta. “Innovatori di tutta la Sicilia unitevi”, sembra essere lo slogan di Faraone.
Il primo renziano di Sicilia vuole offrire, un luogo nuovo, uno spazio fisico e ideale agli innovatori in stile coworking, una comunità con 200 innovatori nel campo dell’economia, della cultura, della politica, dell’arte, del sociale. Insomma, un Big Bang dell’Innovazione per progettare insieme la Sicilia del futuro. Un coworking per affermare che la nuova stagione deve anteporre all’arroganza del singolare l’apertura del plurale, il noi all’io. Per imporre finalmente l’Innovazione alla Conservazione.
“In Sicilia – ha detto qualche giorno fa, in occasione di un convegno su enti locali e progettazione europea – non ci sono due o più partiti, ce n’è solo uno, un partito unico, come nei regimi totalitari. L’unico partito di massa che ha resistito persino alla caduta del muro di Berlino si trova qui, in Sicilia ed è il Partito della Conservazione. È un partito che da 70 anni a questa parte è maggioranza nella società e nelle istituzioni. Lo è perché è riuscito a costruire un blocco sociale, culturale e politico su un modello di sviluppo economico da socialismo reale. Un’idea, quindi, fallimentare di sviluppo, legata esclusivamente a forme di assistenzialismo economico.
Il posto ha sostituito il lavoro, il conoscere qualcuno ha prevalso su chi conosceva qualcosa. Tutto deve restare com’è per il Partito della Conservazione, l’immutabilità è la regola, fare scudo a qualsiasi ipotesi riformatrice, innovatrice la sua missione. Cosicché utilizza le risorse per tamponare le emergenze e non per dare una mano agli emergenti, spende i soldi male e sempre troppo tardi. Il PdC vince sempre e comunque”.
Vince, secondo Faraone, perché “qui da noi l’innovazione è orfana. Non ha partito, non ha rappresentanza nei palazzi che contano, non ha neppure un sindacato, nel senso di un qualche tipo di soggetto che tuteli gli interessi degli innovatori. E soprattutto non ha ancora capito che se non si organizza, non si struttura da lobby, una lobby 2.0, le idee innovative, quelle che possono far voltare pagina alla Sicilia, saranno carta straccia”.
Ecco, pare che questo sia il primo appuntamento in agenda di Davide Faraone: il coworking dell’Innovazione. Uno spazio condiviso, per liberare idee, desideri, e per dare avvio a una svolta. Poi le Primarie per selezionare il prossimo candidato presidente della Regione che deve dare il senso di una discontinuità con il passato. Due tappe che segneranno il profilo del nuovo Big Bang all’insegna della condivisione e dell’innovazione.
Dario Bianchi