La Sicilia è rinomata in tutto il mondo per le sue specialità gastronomiche.
Chi conosce questa bellissima terra e chi ha avuto l’occasione di visitare in lungo e in largo la nostra isola… sa di cosa stiamo parlando!
Le possibilità golose sono tante e, a volte, scegliere diventa complicato. Pertanto… perché scegliere? Assaggiate tutto: granite, cassata alla ricotta, gelati, pizzette, arancini… o forse dovremmo dire arancine?
La questione è complessa. È un dibattito acceso e molto diffuso tra i siciliani, che di recente ha coinvolto personalità eminenti e alcune istituzioni importanti, quali l’Accademia della Crusca.
Oggi, però, ci soffermeremo su queste prelibatezze croccanti a base di riso con la salsa di pomodoro e la carne, nella loro classica versione al ragù. Ne esistono altri tipi preparati con condimenti alternativi; nei banconi dei bar e nei ristoranti troverete infatti anche gli arancini al burro, al pistacchio, al salmone, ai funghi, alla norma, ecc.
Ritornando alla diatriba tra versante orientale e occidentale, tra chi rispettivamente li vuole con i baffi e chi con un filo di rossetto addosso, possiamo dire che tuttora continua ad appassionare tantissime persone, sia nella vita di tutti i giorni che sul web.
L’arancino deve il suo nome all’analogia con il frutto dell’arancio, cioè l’arancia. Si potrebbe pensare che l’appellativo più corretto per la lingua italiana possa essere quello femminile: arancina. Tuttavia, non è così semplice.
L’Accademia della Crusca considera valide entrambe le versioni, ritenendo quella della Sicilia orientale (arancino) un po’ più dialettale rispetto a quella della Sicilia occidentale (arancina).
La prima forma, proprio perché dialettale, da “aranciu”, vuole che con il termine si indichi il frutto e non l’albero. Il diminutivo è “arancinu”, che significa “piccola arancia”. La seconda forma, invece, considera di genere femminile il frutto e, in italiano, sembrerebbe più corretto dire “arancina”. Questa opzione è decisamente più gradita nello scritto, ma nella lingua parlata si ricorre spesso alla versione dialettale di genere maschile.
Per concludere, possiamo dire che tutte e due le formule sono legittime… il sapore non cambia! La nostra preferenza per il timballetto di riso va comunque al vocabolo più orgogliosamente siculo: arancino.
Immaginiamo che vi sia venuta l’acquolina in bocca. Per finire bene questo articolo, vi consigliamo alcuni posti in cui trovare i migliori arancini siciliani.
Cari lettori, buon appetito!