Nei giorni scorsi ci siamo occupati dell’ennesimo appello lanciato dal politico e sindacalista Giuseppe Russo, nella sua qualità di presidente dell’associazione “Tradizione, Ambiente e Turismo”, affinché l’Anas metta in sicurezza una volta per tutte il “famigerato” ponte sul torrente Petrolo, ossia l’angusto viadotto ricadente lungo la transitatissima Strada Statale 185, unico asse viario che collega i Comuni della Valle dell’Alcantara.
Come sottolineavamo in quel nostro recentissimo articolo, la richiesta di Russo non è il solito pretesto per avere “visibilità” sui giornali, bensì un’istanza suffragata da timori più che fondati e, ciò nonostante, sino ad oggi colpevolmente ignorati da chi di competenza.
Così, dopo una certosina ricerca documentale, abbiamo appurato che sono trascorsi invano quasi due anni dall’ultimo “inquietante” sopralluogo effettuato sull’arteria in questione dai tecnici del Genio Civile di Messina, le cui preoccupanti risultanze vennero allora immediatamente trasmesse agli uffici regionali dell’Anas, dove evidentemente, però, continuano a giacere in fondo a qualche cassetto.
Ma cosa venne esattamente appurato in quel sopralluogo del 14 aprile 2015, anch’esso sollecitato dall’associazione “Tradizione, Ambiente e Turismo”?
Per rendercene conto ci limitiamo a riportare fedelmente quanto verbalizzato in quell’occasione dai funzionari del dipartimento messinese dell’Assessorato Regionale ai Lavori Pubblici.
«Un’accurata ricognizione del piano viabile del cosiddetto “Ponte Petrolo” – si legge nella perizia del Genio Civile peloritano, recante la firma dell’ingegnere capo Leonardo Santoro e corredata di esaustiva documentazione fotografica – ha consentito di accertare, oltre che un pronunciato stato di degrado dell’asfalto, alcuni avvallamenti particolarmente evidenti verso la parte finale del viadotto, in direzione del Comune di Graniti. I parapetti si presentano in cattive condizioni, e le gronde di allontanamento delle acque meteoriche hanno perso la loro funzionalità in quanto, per mancanza di manutenzione, i fori di deflusso risultano in alcuni tratti totalmente invasi dalla vegetazione, determinando così, in alcuni punti del piano viabile, il formarsi di pozzanghere di entità rilevante.
«Da un’osservazione effettuata dal greto del torrente Petrolo, si evince che il ponte è stato oggetto, negli anni, di interventi manutentivi che hanno interessato in particolar modo quattro delle sue cinque arcate, dove è stato realizzato un consolidamento mediante collocazione di armature aggiuntive. Ma tale intervento risulta oggi in pessime condizioni manutentive, con evidente scopertura, in alcuni tratti, dell’armatura a doppia maglia a suo tempo posta in opera.
«Lo stato di criticità più grave è stato comunque rilevato in corrispondenza dell’arcata centrale del viadotto, in quanto il corpo fondazionale della seconda pila risulta interessato da un grave stato di scalzamento al piede dovuto all’azione erosiva delle acque del torrente Petrolo, che in quel punto scorrono in maniera non regimentata, con conseguente trascinamento a valle di ingenti quantità di detriti e progressivo abbassamento della parte centrale dell’alveo (tra la seconda e la terza pila) di circa un metro e mezzo rispetto alla quota originaria».
All’eloquente ed inequivocabile relazione tecnica sin qui testualmente riportata, il Genio Civile di Messina fa seguire l’esortazione conclusiva all’Anas (in quanto ente titolare della S.S. 185 in cui ricade il Ponte Petrolo) affinché si pongano in essere tutti gli interventi necessari a rimettere in sicurezza il fatiscente viadotto, ed al Parco Fluviale dell’Alcantara (in quanto ente “controllore” del territorio) affinché vigili sulla rapida effettuazione degli stessi.
Trattasi – ripetiamo – di un documento risalente a ben venti mesi fa, ed in questo frattempo, ovviamente, la situazione statica del Ponte Petrolo non può che essere ulteriormente peggiorata. Adesso, con lo scioglimento dell’abbondantissima neve caduta in questi ultimi giorni, il sottostante torrente si “movimenterà” ancora di più, infliggendo ai già oltremodo precari piloni del viadotto nuovi “colpi di grazia”.
E proprio a proposito delle recenti precipitazioni nevose, in queste ore alcuni sindaci dei Comuni montani nebroidei e dell’alta Valle dell’Alcantara stanno lamentando la scarsa funzionalità dei mezzi e del personale Anas. Ma se un ente di tal fatta non riesce a programmare ed effettuare interventi nell’arco di venti mesi (Ponte Petrolo “docet”), come si può pretendere che sia in grado di affrontare un’emergenza improvvisa?!…
Rodolfo Amodeo