La polizia di Stato ha eseguito, alle prime luci dell’alba di oggi, un’ordinanza cautelare nei confronti di 30 presunti appartenenti al clan Cappello-Bonaccorso di Catania, nell’ambito di un’inchiesta della Dda della locale Procura.
Una persona, colpita dal medesimo provvedimento restrittivo, allo stato irreperibile, è attivamente ricercata (successivamente il ricercato si è costituito – clicca e leggi Clan Cappello Bonaccorso: si costituisce l’unico soggetto ancora ricercato).
Con l’operazione, eseguita da Squadra Mobile di Catania e dal Servizio Centrale Operativo, gli investigatori ritengono di avere disarticolato la cosca, decapitandone i vertici.
Contestati, a vario titolo, l’associazione mafiosa, il traffico di droga, il possesso di armi e l’estorsione.
Tra le attività illecite del gruppo c’era il traffico di sostanze stupefacenti con il controllo di numerose “piazze di spaccio” nei rioni di San Cristoforo e Librino ed in diversi Comuni della provincia di Catania.
Sono state sequestrate, in Sicilia, Calabria e Campania, numerose società nel settore della raccolta rifiuti, per la gestione di bar, ristoranti e pizzerie, nel settore dell’abbigliamento per un valore complessivo di svariati milioni di euro.
L’ordinanza cautelare è stata emessa dal Gip, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga, estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone e intestazione fittizia di beni, aggravati dall’avere favorito la mafia.
Dalle risultanze investigative emerge che, grazie alla collaborazione della storica compagna, Turi Cappello, il boss, fosse in grado di gestire gli affari del clan (clicca e leggi “Comanda ancora Turi Cappello” VIDEO INTERCETTAZIONI).
Inoltre la struttura organizzativa del clan viene definita in maniera precisa attraverso una composizione verticistica e una divisione dei territori, ognuna con un proprio responsabile, che garantivano al clan una presenza capillare attraverso le “squadre” di zona.
TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI
BALSAMO Calogero Giuseppe (cl.1960), pregiudicato;
BALSAMO Massimiliano (cl. 1975), pregiudicato;
BALSAMO Salvatore (cl. 1985), pregiudicato;
BRUNO Giovanni (cl.1958), pregiudicato;
CALOGERO Sebastiano (cl.1985), inteso “u picciriddu”, pregiudicato;
CAMBRIA Andrea (cl.1963), pregiudicato, già detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Agrigento;
CAMPAGNA Maria Rosaria (cl.1969), pregiudicata;
CATANZARO Giovanni, (cl.1965), inteso “u milanisi”, pregiudicato;
DI MAURO Carmelo (cl. 1986), pregiudicato;
DI MAURO Orazio (cl.1982), pregiudicato;
GIANNINO’ Carmelo (cl.1963), pregiudicato;
GRECO Domenico (cl.1975), inteso “u ciociu”, pregiudicato;
GUGLIELMINO Giuseppe (cl.1974), pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa;
LICANDRO Carmelo (cl.1971), inteso “Melu fungia”, pregiudicato;
LOMBARDO Giuseppe Salvatore (cl.1967), inteso “Salvuccio ‘u ciuraru”, pregiudicato, Sorvegliato Speciale di P.S;
LUPICA Mario (cl.1966);
NIGRO Emanuele Giuseppe (cl.1982);
PALAZZOLO Giuseppe (cl.1966), inteso “Pippo ca’ lente”, pregiudicato;
PIRO Giuseppe (cl.1991) pregiudicato;
PRIVITERA Giovanni Matteo (cl.1967), inteso “Peri ‘i iaddina”, pregiudicato;
RAPISARDA Antonio Fabio (cl.1987) già detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Catania – “Piazza Lanza”;
RAVANESCHI Giuseppe (cl.1969), inteso “Pippo pilu russu”, pregiudicato;
RINDONE Claudio Calogero (cl.1981);
SALVO Salvatore Massimiliano (cl.1982), inteso “Massimo ‘u carruzzeri”, pregiudicato;
SCALIA Antonio (cl. 1987);
STRANO Santo (cl. 1966), inteso “facci ‘i palemmu”, pregiudicato, già detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Voghera (PV);
TROPEA Tommaso (cl.1964), inteso “Racci”, pregiudicato;
VENTIMIGLIA Mario (cl.1986), pregiudicato;
VINCI Luigi Sebastiano (cl.1975);
ZAMPAGLIONE Nunzia, (cl.1977), intesa “Nancy”
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