Nella mattinata di ieri, nel corso dei servizi di controllo del territorio quotidianamente predisposti da questo Ufficio e recentemente rafforzati, una pattuglia “volante” del Commissariato transitando all’interno della zona di Scillichenti al fine di prevenire reati, notava un caseggiato precario sito in un fondo agricolo di via Orfanotrofio, che insospettiva gli agenti operanti a causa delle innumerevoli telecamere di videosorveglianza poste a vigilanza del sito.
Con tempestività decidevano di effettuare un controllo del luogo e, vista la presenza di numerosi cavi elettrici, si richiedeva l’ausilio di una squadra Enel ufficio verifiche che si trovava in zona e con i quali è sempre effettuata una sinergia fattiva per interventi di repressione del reato di furto di energia elettrica.
Tramite il collegamento dell’impianto elettrico si giungeva in via D’Amico presso l’abitazione di un uomo il quale riferiva che il podere sottostante, di sua proprietà, era gestito dal di lui figlio L.A., 46 anni.
Quest’ultimo, rintracciato telefonicamente, giungeva subito dopo nel sito indicato. Con lo stesso veniva, quindi, effettuato un immediato sopralluogo e, all’interno di diverse strutture precarie, venivano rinvenuti custoditi e allevati abusivamente animali di diversa specie tra cui bovini, caprini, suini e avicoli e precisamente: 3 bovini, 5 suini adulti e 9 suini cuccioli (denominati “lattonzoli”) in fase di allattamento, 5 caprini e 150 galline ovaiole, 7 polli da carne.
Sono state poi rinvenute carcasse varie di animali macellati e, all’interno di una cella frigorifera, funzionante, venivano rinvenute due carcasse riconducibili a caprini e, all’interno di altra struttura, veniva rinvenuto materiale utile alla macellazione clandestina e vendita della carne.
Erano presenti infatti coltelli, mannaie, pistola sparachiodi, buste, sino alla carta da macelleria e spezie e contenitori vari per la macellazione e preparazione di carni.
Per quanto accertato, veniva richiesto l’intervento dei veterinari dell’ASP, con i quali si effettuano controlli congiunti in casi analoghi, che giungevano immediatamente sul posto con componenti medici veterinari della Unità Operativa di Acireale diretta dal dr. Marcello Grasso.
Gli stessi, dopo aver effettuato tutte le verifiche di competenza procedevano amministrativamente nei confronti di L.A., contestandogli diverse violazioni: dalla mancata richiesta di registrazione dell’azienda; alla detenzione di animali della specie caprina, bovina e suina privi di qualsiasi identificazione e tracciabilità.
Infine, L.A. è stato indagato in stato di libertà per il reato di macellazione clandestina.