Piazza Duomo è la storia della città. Eppure, nonostante la sua centralità, sembra però attraversare una profonda crisi: e non solo dal punto di vista estetico.
Nel corso degli anni si è svuotata di persone e se il sabato sera è stata anche punto di riferimento di tantissimi giovani che l’assiepavano, nell’ultimo periodo si presenta deserta a qualunque ora del giorno.
I segnali di abbandono sono evidenti e molteplici. Uno dei candelabri artistici che adornano la piazza, probabilmente è stato vandalizzato. Una delle sfere luminose che sormontano l’infrastruttura artistica è andata in frantumi e a distanza di un mese non è stata ancora sostituita.
Il corpo illuminante in vetro giace ancora seminascosto dalla fitta vegetazione, all’interno della sottostante aiuola. Gli arredi della piazza si presentano dismessi, come quel pannello turistico posizionato a ridosso di uno dei candelabri con le informazioni storico-turistiche della città, rese illeggibili dalle infiltrazioni che hanno danneggiato la mappa della città e la leggenda di notizie, nonostante sia protetta dal vetro.
Piazza Duomo, poi, durante le ore serali, diventa spettale. L’illuminazione è carente e da lunghi anni si discute sulla necessità di potenziare l’impianto di illuminotecnica a servizio della piazza, esaltando i tratti architettonici dei palazzi neoclassici che la circondano. Di recente, solo grazie all’intervento fattivo del parroco del Duomo, Nino Russo, l’illuminazione presente nell’inferriata che circonda la chiesa Madre, è stata in parte riattivata. Diversamente sarebbe stato buio pesto.
La villetta Garibaldi, parte integrante di piazza Duomo, versa, a sua volta, in condizioni di abbandono.
La fontana artistica in avaria è circondata dalla gramigna; all’interno dello spazio a verde di recente è stato effettuato dai giardinieri comunali un intervento manutentivo del verde con il risultato che gli sfalci vegetali sono stati lasciati in bella vista lungo i vialetti e a ridosso delle panchine.
Un altro pugno nell’occhio è lo scenario che si presenta una volta raggiunta la vicina area archeologica del Camposanto vecchio. L’aiuola che si trova in cima alla gradinata in pietra lavica è stata trasformata in un poco edificante deposito di cassette per la frutta.