Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad ordinanza applicativa di misura cautelare personale nei confronti di 7 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di lesioni aggravate, violazione di domicilio, interruzione di pubblico servizio e minacce a Pubblico Ufficiale.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catania hanno consentito di individuare gli autori dell’aggressione avvenuta la sera dello scorso 1 gennaio nei confronti del medico di servizio presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania.
CAPPADONNA Mauro, (cl. 1969), pregiudicato, in atto sottoposto alla misura degli arresti domiciliari;
DI MAGGIO Salvatore, (cl.1975), pregiudicato;
EGITTO Federico, (cl. 1997);
GUZZARDI Santo Antonino Lorenzo, (cl. 1992), pregiudicato;
TOMASELLI Giuseppe, (cl.1985), pregiudicato;
TUDISCO Luciano, (cl.1993), pregiudicato;
VITALE Angelo, (cl. 1997),
ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di lesioni aggravate, violazione di domicilio, interruzione di pubblico servizio e minacce a Pubblico Ufficiale.
Nell’immediatezza dei fatti, equipaggi dell’U.P.G.S.P., intervenuti a seguito di segnalazione pervenuta su linea 113, traevano in arresto Cappadonna Mauro (clicca e leggi Irrompe al pronto soccorso e picchia il medico di turno: arrestato) ritenuto responsabile dei reati di lesioni aggravate e interruzioni di pubblico servizio, indagando contestualmente, in stato di libertà, altri quattro soggetti per i medesimi reati.
Dalle prime attività emergeva che Cappadonna aveva preteso dal predetto medico di conoscere l’identità di una donna che aveva fatto ricorso alle cure ospedaliere, a seguito di un sinistro stradale; al rifiuto opposto dal citato sanitario, a seguito di un diverbio, Cappadonna inizialmente si allontanava, ritornando, poco dopo, unitamente ad altri sei soggetti che si rendevano responsabili dell’aggressione.
Le indagini condotte da questa Squadra Mobile – “Sezione Reati contro la Persona”, si sostanziavano in un’attenta e minuziosa visione dei filmati dell’impianto di video-sorveglianza del nosocomio e nell’escussione testimoniale di decine di persone che si trovavano all’interno del Pronto Soccorso, sia in servizio che presenti per altre ragioni.
In particolare, dalle indagini emergeva che il predetto Cappadonna, unitamente a Salvatore Di Maggio – operatore del Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica ossia del “118” – quale istigatore, Federico Egitto, Santo Antonino Lorenzo Guzzardi, Giuseppe Tomaselli, Luciano Tudisco e Angelo Vitale, quali esecutori materiali, dopo essersi introdotti con il volto parzialmente travisato da cappucci, sciarpe e scaldacollo all’interno dei locali del servizio di Pronto Soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, colpivano con ripetuti schiaffi il medico di servizio e, mentre lo stesso si trovava per terra, con pugni e calci, cagionandogli lesioni personali consistite in trauma toracico e infrazione di una costola.
L’evento causava, inoltre, l’interruzione del pubblico servizio del Pronto Soccorso del citato Ospedale turbandone la regolarità atteso che, in conseguenza dell’aggressione, il medico veniva sottoposto alle cure del caso, mentre il rimanente personale di servizio, a causa del violento sconvolgimento risentito, non era in grado di riprendere l’attività, venendo parzialmente sostituito da altro medico non in possesso delle medesime competenze dei colleghi impossibilitati, ragione per cui la Direzione del Pronto Soccorso inviava la centrale Operativa del “118” ad indirizzare le ambulanza presso altri nosocomi.
Cappadonna e Di Maggio Salvatore rispondono, altresì, del reato di minacce a Pubblico Ufficiale per avere, nella fase antecedente l’aggressione, usato minacce nei confronti del medico di servizio presso il Pronto Soccorso, che si era rifiutato di fornire loro il nominativo della donna richiesto.
Nell’ambito delle medesime indagini sono state, altresì, indagate due guardie giurate dell’azienda che gestisce il servizio di vigilanza e sicurezza all’interno dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, per aver indebitamente omesso, in qualità di incaricati di pubblico servizio, di avvisare senza ritardo le Forze dell’Ordine di quanto stava avvenendo all’interno del presidio ospedaliero, nonchè di attivarsi debitamente per sedare l’aggressione in atto.
Nei confronti di Cappadonna, già agli arresti domiciliari, il G.I.P. ha disposto che gli effetti della misura cautelare decorressero da giorno 1 gennaio 2017. L’operazione è stata denominata “Emergency room”.