C’è chi, per un motivo o per un altro, finisce con l'”odiare” la propria casa. A Giardini Naxos tale “sentimento” è particolarmente diffuso in contrada Ciminello (al confine col territorio di Taormina e ad un tiro di schioppo dall’ospedale “San Vincenzo – Sirina”), dove da circa tre anni i residenti in tale quartiere (una decina di famiglie) devono farsi il cosiddetto “segno della croce” prima di uscire dalle rispettive abitazioni e far ritorno ad esse.
«In inverno – ci dicono gli abitanti del luogo, costituitisi in un apposito comitato di protesta– ci tocca lottare con il fango ed i detriti, mentre in estate con la polvere. In pratica non abbiamo più una strada che conduce alle nostre abitazioni, irraggiungibili anche da chi ne avrebbe l’obbligo lavorativo, ossia gli operatori ecologici. Eppure anche a noi vengono puntualmente recapitate le bollette del servizio rifiuti, senza che il nostro quartiere, per i motivi sin qui esposti, possa beneficiare di esso».
«Perché dovrei pagare una tassa – ci dice al riguardo l’interessata – per un servizio che non mi viene reso, visto che il nostro quartiere è irraggiungibile anche per i mezzi della nettezza urbana?! Non so di chi è la colpa di questa situazione. Fatto sta che in contrada Ciminello ci abitiamo parecchie persone che non meritiamo di essere trattate da cittadini di “serie B” per colpe non sicuramente nostre».
Contrada Ciminello è, dunque, un altro lembo del territorio naxiota costretto a pagare lo scotto del dissesto idrogeologico, un fenomeno pressoché sconosciuto sino a qualche anno fa e che oggi porta tanti cittadini, anche nella prima colonia greca di Sicilia, a “maledire” i luoghi in cui, a suo tempo, hanno deciso di fissare le loro dimore.
Rodolfo Amodeo