L’imperativo è: vendere capannoni e coprire le voragini al Comune. Come se non bastassero quelle presenti sul 70% delle strade cittadine.
La Zona Artigianale di Trepunti è un polo produttivo ignorato dall’Amministrazione. A distanza di 10 anni dalla sua attivazione, dopo lunghi decenni di attese, quella struttura all’ingresso sud della città ha ormai assunto le sembianze di una cattedrale nel deserto delle necessità.
Rosario Messina, titolare di un capannone all’interno del quale si lavora il marmo, si dice profondamente amareggiato per lo stato in cui versa la struttura giarrese e lancia l’allarme: “La Zona artigianale è completamente abbandonata, i cancelli rimangono aperti notte e giorno, mentre non vi è traccia di vigilanza. Non esiste alcun segnale che indica la presenza di una piattaforma produttiva”.
Peggio. “Da lunghi anni chiediamo al Comune l’autogestione del polo produttivo, ma non vi sono risposte. Solo un silenzio assordante”. Nel frattempo conta il risultato finale: il centro servizi non è stato mai attivato, mentre vi sono all’interno della Zona artigiana anche dei capannoni deserti, mai aperti.