“La giovinezza uccisa dalla mafia e dall’indifferenza. Piazza Peppino Impastato –Siciliano – Vive ogni giorno nel coraggio e nella bellezza”, si legge nella targa apposta nella piazza antistante l’ex convento dei Padri Cappuccini.
La città di Acireale ha voluto dedicare una piazza del centro, luogo di aggregazione cittadino, al giornalista e attivista siciliano, vittima della mafia.
“Una piazza per Peppino – Acireale, 3 marzo 2017 – le sue parole vivono” è stato anche il primo evento del programma de Le Giornate della Cultura.
La giornata è iniziata al liceo Archimede con un momento di riflessione che ha coinvolto attivamente gli studenti dei licei acesi, che presenteranno i loro lavori creati nel percorso didattico di Educazione alla Legalità. Interlocutori dei ragazzi sono stati presenti il giornalista Riccardo Orioles e l’attore David Coco, ala presenza dell’assessore alla Pubblica Istruzione Adele D’Anna.
Sul palco, ad introdurre gli interventi, il componente della Commissione Toponomastica del comune di Acireale, Saro Patanè.
«La mafia, questa “montagna di merda”, è entrata nelle nostre case ha violato i nostri affetti, la nostra intimità, la nostra libertà. Peppino ha avuto il coraggio di ribellarsi al suo destino. Ha scelto di non percorrere i cento passi che lo separavano dalla casa di Tano Badalamenti. Ha dimostrato che in Sicilia non si nasce e si muore per forza mafiosi.
Aveva ragione Giovanni Falcone, la mafia è un fatto umano che nasce, si sviluppa, ma è destinato a morire. Peppino ha sacrificato la sua vita per riscattare questa terra, per far morire la mafia. Con lui è morta ogni complicità, è morta l’omertà. Hanno vinto il coraggio, la bellezza e la libertà.
Oggi Acireale vuole ricordarlo con un’intitolazione perenne. E’ un messaggio a ciascuno di noi, affinchè non abbassi la guardia, lotti ogni giorno per affermare con le azioni e i comportamenti la legalità. Piazza Peppino Impastato significa credere che questa terra sia destinata a cambiare», ha detto il sindaco Roberto Barbagallo.
«Se questa classe politica acese, questa Amministrazione comunale, non si fosse distinta dentro e fuori gli uffici pubblici con atti reali nella lotta all’illegalità diffusa e compiacente che c’era in questa città, oggi avrebbe poco diritto a rivendicare il merito di questo tributo ad una vera vittima della mafia e non avrebbe autorevolezza di proporla come monito ed esempio per il presente e il futuro.
Ringrazio i massimi rappresentanti delle forze dell’ordine e della Prefettura qui presenti, perché insieme le istituzioni non possono perdere e quando vinciamo tutti come cittadini e come comunità. L’essere fronte unico e compatto è l’arma letale contro la delinquenza organizzata. Non siamo stati nell’oblio.
Abbiamo fatto solo il nostro dovere, certo abbiamo subito anche minacce e ritorsioni, ma siamo andati in Commissariato in Procura, in Caserma a fare i nomi ed i cognomi, come faceva Impastato sempre. I nomi li abbiamo fatti anche sui giornali. Gli enormi successi della magistratura e delle forze dell’ordine negli ultimi due anni con la prima, la seconda e la terza fila della mafia locale in galera ci riempiono tutti di soddisfazione.
Oggi non girano più per strada “l’africano”, “u vitraru”, u’nfimmeri”, tutti i capetti che ci hanno angustiato e in qualche modo sottratto la libertà, che oggi riconquistiamo anche simbolicamente con l’intitolazione di questa piazza. Oggi c’è una città abbondantemente ripulita e un fronte compatto contro ogni forma d’illegalità», ha detto il segretario regionale di Sicilia Futura Nicola D’Agostino.
Il nuovo prefetto di Catania Silvana Riccio ha ringraziato i cittadini e il sindaco per l’intitolazione di Piazza Peppino Impastato:
«Io, il questore, il comandante dei Carabinieri e della Guardia di Finanza non potevamo non essere presenti a fianco al sindaco di Acireale. Perseguiamo lo stesso obiettivo e lo Stato sarà sempre a fianco ai sindaci che sono in prima linea nel territorio. L’intitolazione di una piazza a una figura come Impastato, serve anche come ricordo e la memoria è importante, dà un senso di appartenenza, crea dei rapporti, è un simbolo. Oggi le forme della mafie sono molto più sotterranee e trasversali e i simboli devono essere ben in evidenza e devono essere rispettati».
Prima dello svelamento della targa è intervenuto Claudio Fava, vice presidente della Commissione Nazionale Antimafia, che ha tratteggiato la figura del trentenne Impastato e le trasmissioni di Radio Aut: «La Camera ha approvato nei giorni scorsi l’istituzione della Giornata della memoria delle vittime di mafia, ma ho paura della parola memoria, che serve solo se insegna, si nutre di fatti, scelte e comportamenti, se sa dimostrare di giorno in giorno da che parte si sta.
Sono contento di avere conosciuto il nuovo questore e il nuovo prefetto in un’occasione informale, che parte da un segno doloroso della storia della Sicilia, ma che lo racconta in modo vivo, determinato e appassionato come Peppino avrebbe voluto. Siamo qui con lui per dire che questa piazza è un atto di verità e sostanza e forse anche il piacere di una risata che si unisce alle altre e ci aiuterà a liberarci dalle mafie».
La serata si è conclusa con la recita di una poesia di Nicola Raciti e la rassegna musicale “Una nota per Peppino”.