Il carnevale è finito da una settimana. Eppure a Giarre, in pieno periodo quaresimale, non è stato neppure smontato il palco in piazza Duomo.
A meno che non si voglia celebrare il Carnevale Ambrosiano o forse, chissà, un altro “calia party” utile a taluni per affermare orgogliosamente sui social che Giarre è viva. Che il torpore che avvolgeva la città è solo un ricordo lontano.
Ma oltre al palco in quello che per lunghi decenni è stato il salotto della città, è rimasta in bella mostra la sporcizia.
Cumuli di coriandoli sotto le panchine, le aiuole dei candelabri trasformati in ricettacoli di rifiuti, gli elementi di arredo come i vasi che adornano la piazza ricolme di rifiuti e abbandonati nel degrado, e ancora: sfalci vegetali non rimossi che invadono i vialetti di villa Garibaldi ormai ridotta ai minimi termini. Una autentica vergogna.
All’ingresso dell’area a verde c’è persino un cavo elettrico penzolante che rappresenta un concreto pericolo, un pugno nell’occhio sono poi quelle lattine che primeggiano ovunque, effetto indiretto dei bivacchi del sabato sera.
Un centro storico, quello giarrese, involgarito dai rifiuti, dal disordine, dal vandalismo diffuso. Sullo sfondo la mortificante indifferenza di tutti.