L’episodio del 69enne che giovedì mattina, nel pieno centro storico giarrese, è rimasto a terra, steso sul basalto lavico, in attesa di una ambulanza per quasi mezz’ora, in seguito ad una rovinosa caduta, mentre percorreva il marciapiede a piedi, conferma, ancora una volta, come sia realisticamente allarmante il problema dell’assistenza in caso di emergenza. Grande o piccola che sia.
“Il sistema di soccorso del 118, alla luce dell’episodio di ieri, mette in luce falle organizzative inammissibili. Non solo. Ma anche la chiusura penalizzante del pronto soccorso dell’ospedale di Giarre”, lo afferma il deputato zafferanese Alfio Barbagallo, che esprime rammarico e preoccupazione anche in ragione di una recente interrogazione all’Ars nella quale, esaminando lo status attuale dei presidi di pronto intervento dislocati nella zona jonica, si evince chiaramente “l’assoluta carenza sia di personale che di mezzi nell’ambito del pronto intervento.
Solo a titolo esemplificativo, a Santa Venerina, Acireale e Zafferana Etnea sulle ambulanze mancano i medici, mentre a Gravina di Catania, Pedara, Giarre e sempre a Santa Venerina e Zafferana Etnea non sono presenti gli infermieri. Tale realtà – scriveva nell’interrogazione l’on. Barbagallo – è in netto contrasto con quanto stabilito dalle norme in vigore che regolamentano la composizione del personale medico e paramedico a bordo delle ambulanze. A questa allarmante situazione occorre aggiungere la carenza di mezzi di soccorso, con ambulanze spesso spostate da un Comune all’altro per sostituire veicoli fermi per guasti meccanici”.
Rinnovo, dunque, anche alla luce di quanto accaduto l’altro a Giarre, l’accorato appello al senso di responsabilità, ribadendo la richiesta al presidente della Regione, Crocetta, di rendere noto con urgenza “quali iniziative si intendano adottare per potenziare il servizio di primo intervento 118 in Sicilia e, in particolare modo, nei Comuni della fascia orientale pedemontana dell’Etna, con particolare riguardo al sistema di distribuzione dei mezzi e del personale delle ambulanze, tenendo conto sia dell’utenza servita sia della conformazione del territorio, onde evitare che a pagarne le conseguenze in maniera tragica siano i cittadini siciliani”.