Etna di nuovo in fase eruttiva

Già dalle prime ore del mattino il vulcano siciliano più alto d’Europa si è fatto sentire dagli abitanti dei comuni pedemontani con intensi boati, accompagnati da una ripresa dell’attività stromboliana.

Dopo una pausa – si fa per dire – di un paio di settimane, dal cratere di sud est una nuova colata lavica si sta espandendo sul fianco meridionale del vulcano, a quota 3000 metri. Un fenomeno in rapida evoluzione, osservato attentamente dagli esperti dell’Ingv.

Già dallo scorso 27 febbraio fino al 1 marzo l’attività stromboliana aveva preso vigore dalla bocca posta sull’ex “sella” fra il vecchio e il nuovo cono del Cratere di Sud-Est, alimentando una colata lavica che aveva illuminato le notti della Sicilia nord orientale, con uno spettacolo visibile da Catania a Taormina.

Il fronte lavico più avanzato si era fermato a circa 2700 m di quota e poco più di 1.5 km di distanza dalla bocca eruttiva. Il nuovo cono piroclastico era cresciuto rapidamente sia di altezza sia di larghezza. Un attività che pian piano è andata scemando, assieme ad una rapida diminuzione dell’ampiezza del tremore vulcanico.

Nonostante l’emissione di cenere l’eruzione non ha creato problemi alla viabilità aerea dello scalo di Fontanarossa pienamente operativo.

La ripresa dell’attività è costantemente monitorata dagli esperti dell’Istituto di geofisica e vulcanologia.