L’aula consiliare ieri sera è stata pacificamente occupata dagli operatori delle cooperative sociali che lavorano per i servizi sociali dei Comuni del distretto socio-sanitario e che da mesi non percepiscono lo stipendio. Una seduta agitata e durante la quale è stato incontenibile il malcontento dei lavoratori, soprattutto donne, che assistono le fasce più deboli della popolazione, come anziani gravi o disabili.
Dalla maggioranza il consigliere Giuseppe Leotta ha proposto un atto di indirizzo che impegni l’amministrazione a dare priorità nei pagamenti alle cooperative sociali. Un’iniziativa bollata come “populista” dal consigliere di opposizione Giannunzio Musumeci.
Più duro Fabio Di Maria che ha dichiarato che “il Comune ha ricevuto, mesi fa, dai piani Pac dei fondi vincolati per il pagamento delle cooperative ma che attualmente l’ente non ha soldi in cassa”. E poi ha denunciato l’assenza in aula dell’assessore alle politiche sociali Enza Rosano in una seduta così importante.
La Rosano entrerà pochi minuti dopo e più tardi spiegherà di essere arrivata tardi perché era nell’altra stanza con il capo servizio dei servizi sociali per discutere proprio dei pagamenti alle cooperative.
Per spiegare la situazione dei pagamenti e le complesse procedure burocratiche interviene l’assessore al bilancio Salvo Vitale che non ci sta a fare il cattivo della situazione e afferma che nei pagamenti viene rispettato l’ordine cronologico delle fatture e che ci sono fatture da pagare del 2014.
In effetti i fondi Pac sono vincolati ma il Comune si è ritrovato con 5 euro in cassa e ha dovuto chiedere un prestito alla banca. La legge obbliga la banca prima di concedere un prestito di prelevare i vincoli. L’assessore assicura che a mano a mano che si incasseranno soldi saranno pagati tutti. “Non si dica che questa amministrazione vuole affossare le cooperative”, dichiara.
Ma Di Maria replica che Vitale ha parlato da insegnante: “Lei – gli dice – ha omesso di dire l’importo che è entrato: sono arrivati 40mila euro, non c’è bisogno di un atto di indirizzo del Consiglio, la giunta poteva fare un atto di indirizzo per pagare le cooperative e invece vi siete fatti prendere i soldi per le cooperative per pagare altro”.
Vitale controreplica spiegando un ulteriore impedimento che ha dovuto affrontare la giunta: “Siamo stati costretti a restituire allo Stato 260 mila euro concessi a suo tempo per un intervento a San Giovanni Montebello e che invece, negli scorsi anni, sono stati stornati per altri scopi».
Interviene a questo punto il sindaco Angelo D’Anna che dice: “Chiariremo come sono stati spesi quei 260mila euro e denunceremo chi li ha stornati”. Vedremo…
Il sindaco alle operatrici spiega che la giunta non gode delle loro difficoltà: «Non abbiamo potuto pagare quanto ci eravamo impegnati a pagare per debiti imprevisti. Ci impegniamo a dare priorità all’arretrato».
D’Anna aggiunge che spesso i datori di lavoro se ricevono un piccolo finanziamento pagano innanzitutto le tasse per mettersi in regola con il Durc. A dicembre il Comune ha pagato alle cooperative una certa somma ma ai lavoratori non è arrivato niente. L’amministrazione ha chiesto un’anticipazione alla tesoreria ma non l’ha ancora ottenuta. Non avendo approvato bilancio non può ricevere neanche i trasferimenti statali. Il sindaco chiede quindi ancora pazienza.
Ma le operatrici replicano che non hanno i soldi neanche per andare a lavorare; una di loro spiega di andare ogni giorno a lavoro a piedi, da Piedimonte a Linguaglossa; qualcun’altra afferma di non avere i soldi per pagare la padrona di casa o la bolletta della luce. E minacciano di bloccare i servizi.
«Siamo tutti dispiaciuti – continua il sindaco -. Se il Comune dissestasse anche le somme che aspettate sarebbero a rischio. Ci sono stati giorni in cui abbiamo avuto solo 50 euro in cassa. Dobbiamo fare un ultimo sforzo tutti quanti».
Davanti all’incalzare del consigliere Di Maria il sindaco propone provocatoriamente di sospendere le indennità a tutti gli amministratori sin quando non saranno pagate cooperative.
L’aula applaude ma la provocazione suscita le ire di Di Maria che reagisce dicendo al sindaco di vergognarsi dopo che in questi mesi ha lautamente pagato il consulente Oliva (6.300 euro al mese per sei mesi n.d.R.).
La seduta viene sospesa, sindaco e consiglieri parlano con lavoratrici.
Fuori dall’aula Giannunzio Musumeci torna a contestare il populismo bipartisan che si sta facendo su questa vicenda. Concorda con lui anche Massimo Di Prima che contesta l’uso della sofferenza di questa gente per attaccare l’avversario politico. Vittorio Valenti, invece, denuncia che i consiglieri di maggioranza prima della sospensione avevano abbandonato l’aula.
Al rientro la seduta riprende con 15 consiglieri presenti su 16. La maggior parte delle lavoratrici va via ma la seduta prosegue sull’argomento con di un’interrogazione di Leo Patanè che chiede maggior chiarimenti sui pagamenti alle cooperative.
A questo punto risponde l’assessore Enza Rosano che spiega di avere a cuore tutte le situazioni debitorie, di conoscere i problemi di questi lavoratori da luglio e di averli incontrati sempre quando glielo hanno chiesto.
La Rosano spiega tutto quello che ha fatto l’amministrazione: il potenziamento del settore finanziario per accelerare la lavorazione delle fatture, il riepilogo di tutte le situazioni debitorie, il pagamento dei sottoconti entro dicembre che, per motivi indipendenti dall’amministrazione è avvenuto dopo Natale e quindi, in effetti, i lavoratori a Natale sono rimasti senza soldi. Altro tempo si è poi perso per la rotazione dei dirigenti.
L’amministrazione aveva quindi preso l’impegno di pagare le cooperative entro febbraio ma per via di quei 260mila euro da restituire allo Stato il Comune non ha adesso liquidità. «Siamo più lenti di quanto speravamo», ammette l’assessore.
Sempre incalzati da Patanè l’amministrazione ha spiegato un ulteriore difficoltà che ha dovuto affrontare: il Comune non è addirittura in regola con il Durc. Sono state trovate un centinaio di cartelle esattoriali non pagate per un valore di un milione e 350 mila euro, risalenti a 7 anni fa. Con la rottamazione delle cartelle a cui il Comune aderirà la somma si ridurrà a 500 mila euro.
Ma, come rileva Patanè, occorrerà versare questa somma entro una data scadenza, e anche questo sarà uno scoglio non da poco.
Alla fine è parso evidente che neanche le proteste dentro l’aula consiliare possono accelerare questi pagamenti, se nelle casse comunali non ci sono soldi. L’unica cosa che si può ottenere è solo conoscere passo passo le procedure. Una auspicata trasparenza che non consola i lavoratori senza stipendio da mesi.
G. L.