Basket Giarre: gialloblù domani a Torrenova a caccia della serie C

Dopo l’esaltante successo in gara 1 per 75-60 contro la rocciosa e mai doma Cestistica Torrenovese, griffato da Marzo con 24 punti e da Arciadono con 16 punti, il Giarre è chiamato, domani alle ore 18.30, a bissare l’affermazione del “PalaCannavò”, per chiudere definitivamente il discorso promozione e volare in serie C.

L’impresa al “Pala Torre” di Torrenova però, sarà ardua. Il quintetto del coach di Bacilleri venderà cara la pelle pur di pareggiare i conti e giocarsi il tutto per tutto a Giarre in un’eventuale sfida decisiva. Tuttavia, il carico di tensione nervosa dovrebbe gravare prevalentemente sulle menti dei giocatori messinesi, i quali, consci della sconfitta in gara 1, dovranno disputare una gara quasi perfetta se vorranno avere la meglio sul Giarre.

L’esperienza di alcuni marpioni del roster gialloazzurro,trascinato dalla guardia californiana/ucraina Dyachenko, artefice di 16 punti nella prima gara, potrebbe comunque essere il valore aggiunto di un team che non lesinerà energie per sgambettare la squadra del coach D’Angelo. Intanto a Giarre si respira un clima di trepidazione per una sfida che inevitabilmente riporta indietro nel tempo. E’ infatti dalla stagione 1982/1983 che il Basket Giarre non vince un campionato sul campo.

Pertanto, è d’obbligo il parallelismo con la corazzata che nella stagione 82’/83′ vinse tutte le gare perdendo solo a Palmi, per poi sconfiggere la Fiamma Barcellona nella “Bella” giocatasi al “Palajungo”, nell’ambito di una sfida valida per il salto in serie C e articolatasi in tre “match”. La pallacanestro di allora era però differente rispetto a quella odierna.

I contropiedi erano molto più frequenti il playmaker del tempo non era solito andare a prendere il rimbalzo. Alberto Marzo, trascinatore dell’attuale basket Giarre nel ruolo di guardia/ala, oggi incarna invece il modello del cestista universale in quanto inventa il gioco come un play, aggredisce gli spazi e si muove sotto canestro. Il club cestistico gialloblù dell’epoca d’oro, era guidato dal presidente Janì Russo.

Sotto la gestione di quest’ultimo, nella stagione 81’/82′, il Giarre, allenato da Pippo Strazzeri, retrocedette in Promozione, quando già lo sponsor “Berloni” era in dotazione del club. Il club gialloblù però ottenne il ripescaggio in serie D e nell’anno successivo, il roster, affidato all’allenatore giocatore Pippo Borzì, conquistò la promozione in serie C. La serie D vinta allora dai gialloblù di Borzì era, per spessore tecnico, equivalente all’attuale serie C, in quanto il campionato includeva, oltre che squadre della Sicilia orientale, anche realtà di elevato rango come Palmi, Reggio Calabria e Catanzaro.

Grazie a dei preziosi innesti come il pivot Riccardo Corbi e i fratelli Sergio e Pippo Borzì, entrambi guardie, la formazione gialloblù fece un salto di qualità. I puntelli ingaggiati con l’intento di potenziare l’organico della squadra, si aggiunsero ad elementi che nel frattempo avevano accumulato un importante bagaglio di esperienze. A comporre quella squadra, oltre alla guardia alta Pippo Borzì, tiratore eccellente, e alla guardia Sergio Borzì, vi erano Mario Spina, playmaker dalle altissime medie realizzative, la guardia Salvo Parasiliti, definito “cecchino” per le sue elevate percentuali realizzative, la guardia alta Salvo Le Mura, all’epoca diciassettenne, la guardia Nando Patanè, Cantarella, sostituto di Spina nel ruolo di play, la guardia Tony Mavilia, Andrea Fiore, guardia che si adattava al ruolo di pivot, la guardia Catalano, il pivot Alibrandi e il play Orazio Cavallaro.

Fatta eccezione per la sconfitta di Palmi, dove il quintetto di Borzì e del vice allenatore Pietro Modafferi trovò un clima intimidatorio, i gialloblù fecero un sol boccone delle squadre avversarie per poi presentarsi ai play-off contro la quarta in classifica, ovvero la Fiamma Barcellona, già battuta in campionato sia all’andata che al ritorno. Lo spareggio fu incandescente poichè nella stagione regolare vi erano state scintille. Nella gara di ritorno della regular season, il basket Giarre, a pochi secondi dalla fine, era sotto di un punto. Si era però innescato un contropiede favorevole ai gialloblù e Salvo Parasiliti fu spintonato energicamente. Ciò scatenò una rissa, al termine della quale Parasiliti realizzò entambi i tiri liberi che consentirono al Giarre di vincere la gara.

Non mancarono gli screzi nemmeno nello spareggio play-off. Nella gara 2 giocata a Barcellona, i gialloblù trovarono un ambiente ostile con una tifoseria locale di estrema destra che metteva pressione. I rocciosi barcellonesi ebbero la meglio ma al ritorno dovettero arrendersi ad un Giarre superiore. Determinante per la vittoria del campionato e il balzo in serie C, fu il contributo dello sponsor “Cucine Berloni” che rappresentava anche il marchio del basket Torino. Nacque ,con la Berloni Torino, un gemellaggio a seguito del quale i giocatori delle giovanili del basket Giarre fecero uno stage a Torino con le giovanili cestistiche del Basket Torino. Grazie al supporto dello sponsor “Berloni”, fu potenziata la squadra classe 69′ allenata da Giovanni Oristano, la quale battè la Viola Reggio Calabria arrivando ai quarti di finale nazionali.

Negli allievi e cadetti del Basket Giarre, vi era Enzo Di Maria, pivot che con il tempo diventò guardia. Di Maria, con i cadetti, vinse il titolo regionale. Il padre, Salvo Di Maria, era dirigente della società cestistica gialloblù. Quell’epoca d’oro per il basket giarrese, constava anche di altre valide realtà come la Garozzo Marmi, squadra che militava in Promozione e che vantava cestisti del calibro delle guardie Natale Scavo e del compianto Carmelo Foti, o come il basket femminile della cestista Caterina Piro. Tale realtà fu guidata prima dal presidente Mario Cardillo e poi dal presidente Bruno Incardona.

Domani, passato e presente potrebbero congiungersi. Un’eventuale promozione, significherebbe molto di più del semplice ritorno in serie C. Essa sarebbe un successo per un’intera città bollata dalle altre località come luogo in cui si volge lo sguardo solo verso il passato e mai in funzione della costruzione di un futuro fiorente.

Umberto Trovato