Giarre e Riposto: ovvero due città unite in un fraterno abbraccio, sintetizzato dai colori della bandiera della Russo Calcio.
Il Gangi ha espugnato il “Luigi Averna” per 2-3 con un’epica rimonta che ha affievolito i sogni di gloria della Russo Calcio in materia di conquista della finale di Coppa Sicilia e conseguentemente di ottenimento del salto in Promozione.
Tuttavia, nel club ripostese è forte la consapevolezza di aver guadagnato una vittoria che esula dal mero risultato calcistico e che viaggia sui binari del progresso sociale.
La suggestiva cornice di pubblico ieri a supporto della Russo Calcio e l’eterogeneità della composizione di tale assetto teso al tifo, hanno sancito il definitivo avvento di un fenomeno che racconta di un cambiamento nelle logiche che si riverberano anche sul calcio.
In un lontano passato, Giarre e Riposto furono unite, formando un unico agglomerato cittadino. Tuttavia, le spinte secessionistiche ripostesi prevalsero, determinando una nuova separazione tra i due Comuni dopo quella avvenuta nel 1841. Era il 1939 quando, su disposizione del regime fascista, Giarre e Riposto intrecciarono le loro forze dando vita ad un’entità chiamata “Giarre-Riposto”.
Successivamente, nel 1942, le due località, ancora fuse, acquisirono la denominazione di Jonia. Tale marchio, correlato all’unione dei due comuni, rimase tale fino al 1945: ovvero fino all’anno in cui Riposto, indispettita per l’accentramento dei servizi pubblici a Giarre, ottenne la separazione da quest’ultima.
La vocazione marittima di Riposto e quella agricola di Giarre rappresentarono uno dei motivi messi in campo per rimarcare le differenze tra due centri in possesso di anime culturalmente e socialmente diverse.
Ieri però la semifinale di Coppa Sicilia andata in scena a Torre Archirafi ha fatto registrare una così armonica mescolanza delle genti dei due paesi, che tale avvenimento è apparso come figlio di una svolta epocale.
Il calcio, attraverso le affermazioni di una realtà di taglio popolare come la Russo Calcio, ha determinato situazioni improntate all’azzeramento di campanilismi tra due città da decenni in contrapposizione, seppur “pacifica”. L’aspetto paradossale di tale vicenda, risiede nel ruolo atipico svolto dal calcio, da sempre additato come dimensione responsabile della dilatazione dello spirito di rivalità tra due cittadine.
Il travaso nel contesto ripostese, di una frangia della tifoseria giarrese che ai tempi della serie C1 annoverava nelle sue file anche soggetti ripostesi, ha forse favorito non solo l’attecchimento del progetto “Russo Calcio” ma anche questo sincretismo culturale sostanziatosi nell’incontro tra due popolazioni e nell’unione di essi sotto la bandiera del club del presidente Pietro Romano.
Il caloroso tifo del gruppo “Ansia” della Russo Calcio, infarcito della cultura ultras giarrese, ha rappresentato una spinta consistente per gli uomini di Antonello Musumeci, i quali, per quasi un’ora, nel segmento di triangolare della semifinale di Coppa Sicilia, hanno tenuto sotto scacco la squadra regina del girone H del campionato di Prima Categoria.
I palermitani, ad un passo dalla conquista della Promozione attraverso il campionato, dopo aver subìto la rete di Antonio Belfiore su azione manovrata e il goal di Napoli su rigore, hanno ribaltato lo svantaggio malgrado l’inferiorità numerica da loro incassata a seguito del fallo di mano che ha originato proprio il rigore del 2-0. L’inzuccata vincente di Arcuri sugli sviluppi di una punizione, la rete quasi sottomisura di Rizzo e il goal di Arcuri di collo a incrociare su assist di Rizzo, hanno affossato una Russo Calcio calata alla distanza ma uscita dal rettangolo di gioco a testa alta (clicca e leggi Russo Calcio, un tempo soltanto non basta ed il Ganci vince).
Comunque soddisfatto il tecnico della Russo calcio Antonello Musumeci: “Abbiamo disputato un primo tempo su ritmi elevati, puntando sulla spinta dei cursori Suman e Antonio Belfiore. Alla lunga però le loro individualità sono emerse, mentre i nostri sono stati piegati da una stanchezza psico-fisica e dalla precarietà atletica di alcune pedine. Cercheremo l’impresa a Misterbianco senza dimenticare quanto di buono abbiamo costruito lungo questo esaltante percorso di Coppa”.
Entusiasta invece il tecnico del Gangi Giovanni Comito: “Non eravamo entrati in campo con il piglio giusto. Le due sberle prese ci hanno scosso positivamente. Esse ci sono servite da sprone per riversare sul campo quella foga agonistica non riscontrabile nella prima frazione di gioco. Il 4-2-3 imperniato sul lavoro di sponda di Ata per gli esterni offensivi, ha funzionato efficacemente dopo l’espulsione di Trapani. Adesso ci godiamo questo successo, per poi immergerci in un finale di stagione che ci auguriamo possa regalarci sia la vittoria del campionato che la conquista della Coppa Sicilia”.
Umberto Trovato