Nodo ambulanze: lo sfogo del comitato cittadino di Giarre -
Catania
14°

Nodo ambulanze: lo sfogo del comitato cittadino di Giarre

Nodo ambulanze: lo sfogo del comitato cittadino di Giarre

A seguito della dismissione del pronto soccorso dell’ospedale di Giarre, gli ospedali di Acireale, del Cannizzaro e di Taormina, sono al collasso. Non si placano le proteste e le recriminazioni del comitato Cittadino di Giarre all’indirizzo dei vertici dell’Asp (azienda sanitaria Provinciale) e del governo regionale.

Gli effetti della rifunzionalizzazione del pronto soccorso dell’ospedale di Giarre, decretata dalla delibera Asp 664 del 20 aprile 2015, continuano infatti a generare disagi, talvolta fatali.

Inoltre, giace ancora nel limbo dell’inadempienza, la predisposizione del potenziamento del numero di ambulanze medicalizzate nel territorio afferente al Distretto socio-sanitario n° 17. Gli accordi presi il 25 maggio 2015 dai sindaci del distretto con l’ex assessore alla sanità Lucia Borsellino e i vertici dell’Asp, in ordine ai quali le ambulanze medicalizzate nel distretto n° 17, avrebbero dovuto essere 5, continuano ad essere disattesi.

L’ambulanza della postazione di 118 della frazione ripostese di Torre Archirafi non è ancora medicalizzata, così come non è stata ancora stabilita l’assegnazione di un’ambulanza medicalizzata al territorio di Sant’Alfio e Milo.

Ciò si traduce in soccorsi inefficienti e in ritardi nello svuotamento delle barelle quando le ambulanze raggiungono il pronto soccorso di Acireale. La situazione è analoga anche all’ospedale “Cannizzaro” e al nosocomio di Taormina, dove le ambulanze rimangono impantanate in lunghi tempi di sbarellamento. Consequenzialmente, il territorio di Giarre rimane scoperto qualora si verifichino delle emergenze.

Ecco lo sfogo del comitato cittadino di Giarre, presieduto da Angelo Larosa: “La sanità siciliana è al collasso, e questo è un dato di fatto, sottolineato dalle ormai quotidiane segnalazioni che giungono al Comitato Cittadino, sia da utenti che da operatori sanitari.

Com’è noto, il P.S. dell’Ospedale di Acireale, oltre a gestire le emergenze-urgenze del proprio territorio, è “costretto” a dover sopperire alla mancanza di una valida struttura di pronto soccorso a Giarre, e vede aumentati gli accessi in maniera esponenziale provenienti dal comprensorio giarrese.

Oltre ai tempi di trasferimento dal nostro territorio al P.S. di Acireale, le ambulanze sono costrette a tempi di attesa presso lo stesso P.S. poiché è impossibile trattare i pazienti al Triage in tempi brevi per mancanza dei box di ripristino, di lettighe e posti letto e, quindi, l’impossibilità di liberare le barelle delle stesse ambulanze e consentire il rientro nelle postazioni, al fine di garantire altre emergenze.

Paradossale è il caso di questa notte: l’ambulanza medicalizzata di Giarre interviene per un codice rosso all’1,00 circa, dopo essere rientrata intorno alla mezzanotte da un altro intervento che l’ha costretta a rimanere in attesa di sbarellare presso il P.S. di Acireale per circa 3 ore, nello stesso tempo altrettante attese per i mezzi di Mascali e di Riposto, fermi per lo stesso motivo in altri P.S.: il territorio, di conseguenza, è rimasto scoperto per tutto questo tempo dalla possibilità di coprire ulteriori emergenze.

Il mezzo di Giarre torna in postazione poco prima delle 9,00 di questa mattina (dopo oltre 8 ore di attesa al P.S. di Acireale) grazie all’intervento di un’altra ambulanza che, pare, abbia dato il cambio alla “barella” del mezzo di soccorso di Giarre.

Specifichiamo che questo avvicendamento di mezzi di soccorso è stato necessario per consentire che l’ambulanza di Giarre riprendesse la propria barella per rientrare in postazione.

Ulteriore situazione di questa notte è relativa al mezzo di Mascali che è stato dirottato al P.S. di Taormina proprio per evitare le attese che si registravano ad Acireale.

Fortunatamente non ci sono state conseguenze letali, ma intendiamo denunciare ancora una volta che il sistema, così com’è configurato, non risponde ai Livelli Essenziali di Assistenza previsti dalle attuali normative, e dunque la salute dei cittadini, non solo della nostra Comunità, viene messa quotidianamente a rischio, perché un eventuale traumatizzato non verrebbe soccorso nei tempi e nei modi utili per salvargli la vita.

Pensate ad un eventuale infartuato che non riceve adeguata assistenza e deve attendere che un mezzo di soccorso venga inviato da chissà quale postazione (ricordiamo l’evento del 50enne ripostese Giovanni Sorbello che ha dovuto attendere l’intervento del mezzo di soccorso proveniente da Linguaglossa).

Queste criticità chiaramente non sono da addossare al personale del 118, come pure al personale medico e paramedico dei P.S., ma alla mancanza di idonei box di ripristino, che consentano lo sbarellamento nei modi e nei tempi previsti dalle norme in vigore, che impongono il tempo massimo di circa 15 minuti dall’arrivo al P.S. per rendere nuovamente operativo il mezzo di soccorso.

In occasione di analoghi disservizi, che hanno portato ad aggressioni verso il personale sanitario operante, l’Assessorato alla Salute avrebbe concordato con i vertici delle Asp e del SEUS 118, alcune misure per affrontare e risolvere il sovraffollamento delle aree di emergenza delle grandi città, più volte al centro delle cronache.

I risultati, ad oggi, sono quelli che abbiamo appena esposto.

La presenza del P.S. a Giarre quasi certamente, avrebbe permesso una più celere risposta alle emergenze evitando di assistere a tali inefficienze (ricordiamo che il P.S. di Giarre è stato chiuso a seguito del provvedimento dell’ASP CT, assecondato dagli Amministratori locali che non hanno saputo opporsi a questa scellerata decisione sottoscritta durante il confronto con l’Assessore Lucia Borsellino e i vertici della stessa ASP, che si tenne a Catania il 25 maggio 2015, anche a seguito del decesso della Signora Maria Mercurio, terza vittima della soppressione del P.S.).

Lasciamo a chi legge le personali considerazioni, noi proseguiremo con le denunce! ”

Umberto Trovato

Potrebbero interessarti anche