Sarà un Ecomuseo a cielo aperto, quello che sta per nascere su input della Diocesi di Acireale, e si propone il fine di promuovere e valorizzare l’ingente patrimonio artistico e culturale dei beni materiali ed immateriali, nonché lo sviluppo dell’economia turistica ed ambientale, sostenendo la crescita culturale ed economica non solo della Diocesi ma dell’intero territorio acese.
A costituirlo sono diversi partner quali, appunto, la Diocesi di Acireale, la Fondazione Città del Fanciullo, il Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara, il Parco Fluviale dell’Alcantara, l’Associazione Cento Campanili, la Fondazione Regina Margherita, il Comune di Castiglione di Sicilia ed il Comune di Randazzo.
Ed è stato proprio qui, nella sala consiliare dell’antica e suggestiva cittadina etnea, ricca di un grande patrimonio artistico-culturale, che nei giorni scorsi, ospiti del Sindaco prof. Michele Mangione, e con la presidenza del Vescovo di Acireale mons. Antonino Raspanti che ha guidato i lavori, si sono riuniti i legali rappresentanti delle varie istituzioni – erano presenti, fra gli altri, il Presidente del Gal dell’Etna e dell’Alcantara, ing. Cettino Bellia, e l’appena eletto sindaco di Castiglione, Antonio Camarda – per discutere in merito alle iniziative già intraprese e di quelle ancora da intraprendere, utili al riconoscimento dell’Ecomuseo del cielo e della terra, in applicazione della Legge Regionale 2 luglio 2014 n. 16 emanata dall’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, legge istitutiva degli Ecomusei in Sicilia.
Le attività che ci si propone di far sviluppare e mettere in moto sono riconducibili a modelli di innovazione collegate al patrimonio dell’intera Diocesi di Acireale, con azioni di valorizzazione territoriale per il sostegno ed il recupero di siti culturali attraverso la partecipazione di imprese singole, o reti d’impresa, operanti nel territorio, nonché di Enti locali che possano rappresentare una forte identità territoriale rispetto agli obiettivi propri che si propone di raggiungere l’Ecomuseo del cielo e della terra.
La nuova istituzione, pertanto – com’è stato detto –, rappresenta un nuovo soggetto giuridico promotore per la realizzazione di tutte quelle iniziative collegate al Parco culturale ecclesiale, agli itinerari turistico – religiosi, alla valorizzazione e fruizione del Museo Diffuso Diocesano, nonché a tutti gli Enti ecclesiastici che ricadono nella giurisdizione della Diocesi, ed alle Associazioni culturali, come quella dei “Cento Campanili”, nonché alle piccole e medie imprese che operano a favore dello sviluppo dei sistemi integrati tra cultura, valorizzazione dei beni patrimoniali, costruzione di itinerari turistici, valorizzazione del sistema museale collegato ai percorsi turistici ambientali, come il Castello Medievale di Calatabiano, l’Eremo di Sant’Anna ed altre realtà infrastrutturali della Diocesi acese.
La nascita dell’Ecomuseo – in buona sostanza – è legata alla volontà di attribuire al patrimonio culturale materiale ed immateriale esistente una forte connotazione territoriale atta a valorizzare le caratteristiche tipiche del luogo ed a far sentire la presenza viva della cultura, legata all’esperienza di popoli, come quello siciliano, che attraverso il culto dei santi hanno dato origine a saperi tradizionali, sapori della gastronomia popolare nonché sentimenti di commozione nei percorsi esperienziali legati alla natura ed al paesaggio.