Sin dalla tenera età di sei anni aveva le idee abbastanza chiare su cosa fare “da grande”, ed oggi che ne ha venti sta già vedendo realizzarsi il suo progetto professionale e, più in generale, di vita. Così Raffaella Barone, giovane cittadina del Comune etneo di Linguaglossa, con grinta e determinazione è arrivata ad essere una promessa della danza, con alle spalle esperienze formative di alto livello.
Attualmente frequenta a Firenze l’esclusivo Centro Coreografico Internazionale “Opus Ballet”, ma nel capoluogo toscano l’“étoile” linguaglossese c’era stata anche quattro anni fa per frequentare uno stage nell’ambito di “Danzainfiera”, considerato il più grande ed originale evento fieristico internazionale dedicato alla danza ed al ballo e che ha fatto meritare a Raffaella Barone una borsa di studio presso il prestigioso “Kaos Balletto”. Non appena compiuti i diciotto anni, Raffaella è tornata in Sicilia, ma non certo per appendere le “scarpette” al chiodo. A Catania ha infatti iniziato a frequentare l’atelier della “Compagnia Zappalà”, considerata dalla critica europea una delle più interessanti realtà della danza contemporanea.
In questi giorni Raffaella Barone ha fatto ritorno da Firenze nella sua Linguaglossa per trascorrere le vacanze estive e riabbracciare gli amati familiari (il papà è titolare di uno storico ritrovo che si affaccia su Piazza dei Vespri Siciliani, mentre la mamma di una nota agenzia di viaggi in Via Roma), che hanno assecondato in pieno la sua spiccata passione per l’arte coreutica. Ne abbiamo approfittato per conoscere meglio la giovane danzatrice etnea rivolgendole qualche domanda.
«Quando avevo sei anni è stata una mia inseparabile amichetta a convincermi ad iscrivermi ad una scuola di danza classica qui a Linguaglossa. Poi in questa amichetta la passione è scemata, mentre io ci ho preso gusto, al punto da fare della danza la mia ragione di vita. Ricordo che il mio esordio è stato nel saggio di fine anno di quella scuola linguaglossese, esattamente nel ruolo della Farfallina dello “Schiaccianoci”».
– Oltre alle importanti abilitazioni nel settore coreutico, hai anche conseguito qualche titolo di studio “ordinario”?
«Mi sono diplomata all’Istituto Tecnico Commerciale di Giarre facendo tanti sacrifici, ma ben volentieri, per riuscire a conciliare gli studi per così dire “tradizionali” con le mie ambizioni artistiche. Dopo una giornata trascorsa nelle aule scolastiche di Giarre, ad esempio, mi spostavo a Catania per frequentare l’Accademia del Balletto Siciliano, che mi ha permesso di partecipare allo stage di “Danzainfiera” e di vincere l’ambita borsa di studio per il “Kaos Balletto” di Firenze. Allora avevo sedici anni ed il quarto anno dell’Istituto Commerciale l’ho dovuto frequentare da esterna nel capoluogo toscano».
– L’arte della danza comprende diversi generi. Qual è quello da te praticato o che più ti appassiona?
«Come già ho accennato, le mie primissime esperienze, quando avevo sei anni, sono state con la danza classica. Poi mi sono cimentata in generi più giovanili come l’hip-hop e la break dance nonché nel latino-americano. A dodici anni ho ripreso con la classica. Due anni fa mi sono accostata alla danza contemporanea, alla quale mi sto prevalentemente dedicando senza tuttavia trascurare altri generi».
– Ma cos’è che essenzialmente ti affascina della danza in tutti i suoi vari generi e forme?
«Ad affascinarmi è semplicemente il movimento, che ognuno di noi, del resto, fa ogni giorno non appena ci svegliamo. Ed il movimento è il linguaggio del corpo, che con la danza raggiunge una sua armonia estetica. Il massimo è per me la danza contemporanea, fatta di movimenti concreti, mentre la classica è un qualcosa di più astratto».
«Un’artista che non c’è più perché è morta nel 1991. Si tratta di Martha Graham, ballerina e coreografa americana da molti considerata la più grande danzatrice statunitense del XX secolo, nonché la “madre” della danza moderna. Per lei il movimento costituiva la massima forma di espressione, e riusciva a far “parlare” il suo minuto ma vibrante corpo, trasmettendo profonde emozioni».
– Dopo aver ultimato il corso di studi presso il prestigioso “Opus Ballet” di Firenze, di cui stai frequentando il primo anno, quale sarà la tua meta professionale nel settore della danza?
«Mi piacerebbe entrare a far parte di qualche compagnia di una certa importanza. Ciò potrebbe consentirmi anche di coronare un altro mio sogno: girare il mondo per conoscerlo in tutte le sue varie sfaccettature».
Al termine di questa conversazione nella sempre accogliente cittadina di Linguaglossa, siamo più che convinti che Raffaella Barone dovrebbe costituire un modello per gli altri giovani, molti dei quali a vent’anni, ed anche oltre, non sanno ancora che senso dare alla loro vita. Lei, invece, sin da bambina ha saputo individuare la strada giusta da imboccare, ed è da allora che continua a percorrerla con assoluta determinazione e senza lasciare nulla d’intentato per poter giungere alla meta nel migliore dei modi. Ciò vale soprattutto nel particolarmente complesso e selettivo mondo dell’arte e dello spettacolo, che affascina tanti giovani i quali però, per potersi affermare professionalmente, non possono affidarsi solo alla sia pur importante “passione” ma, prendendo esempio da Raffaella, devono caparbiamente ricercare e cogliere ogni opportunità per crescere e perfezionarsi attraverso lo studio, anche a costo di sacrifici che un giorno, comunque, verranno senz’altro ripagati.
Rodolfo Amodeo