Un uomo discreto. Che non ama le passerelle e che non si è imborghesito malgrado sia stato investito del ruolo di commissario tecnico della Nazionale Italiana di Calcio. E’ stata questa l’immagine che l’ex allenatore del Giarre Giampiero Ventura ha offerto a quanti lo hanno accolto allo stadio, insieme al presidente del club gialloblù Giulio Nirelli, per celebrarlo (clicca e leggi Il Ct della Nazionale Giampiero Ventura stasera riceve le chiavi della città di Giarre VD).
I toni informali mediante i quali l’allenatore ex Torino si è relazionato con gli amici di allora, sono rimasti intatti. La sua propensione all’ironia e a rispolverare aneddoti esilaranti, non è stata scalfita dal trascorrere degli anni. Si dice che il tempo cambi le persone. Soprattutto quando esse sono interessate da eventi che mutano il corso della loro vita. Non è però il caso del tecnico ligure.
Le modalità con cui quest’ultimo ha vissuto la visita a Giarre per ricevere la cittadinanza onoraria, sono rimaste distanti da protocolli, schemi convenzionali e rigidi atteggiamenti dettati dal ruolo che adesso ricopre. L’incontro di Ventura con il popolo giarrese e con i suoi ex giocatori gialloblù Pasquale Sanseverino, Antonio Bucciarelli, Giuseppe Tramontana e Graziano Sapienza, oltre che con il suo vice Josè Sorbello, ha avuto il sapore di un sorriso e di un abbraccio recuperati dopo un’interruzione avvenuta 24 anni fa.
Dopo la visita allo stadio, durante la quale il tecnico ligure ha preso atto del cambiamento del “volto” del terreno di gioco, la scena dell’evento celebrativo si è spostata nel “Salone degli Specchi” del Municipio, dove l’assessore allo sport Piero Mangano, il sindaco Angelo D’Anna e il presidente del Consiglio Comunale Francesco Longo, hanno rimarcato come la consegna delle chiavi della città non fosse dettata dall’esigenza di premiare Ventura in qualità di commissario tecnico della Nazionale, quanto in qualità di uomo che con la sua signorilità e la sua umiltà ha lasciato una traccia indelebile nell’animo di coloro che lo hanno conosciuto.
Il riferimento ai suoi meriti sportivi, non è però mancato, in quanto il suo calcio era così spettacolare da strappare attestati di stima anche agli avversari. L’ex direttore sportivo del Giarre di allora Ciro Femiano, il quale ha perorato l’iniziativa tesa alla consegna della cittadinanza onoraria al ct della Nazionale, ha sottolineato, durante la cerimonia tenutasi nel “Salone degli specchi”, come Ventura avesse mantenuto la sua promessa di divertire la piazza con un gioco efficace e di grande impatto visivo.
Dense di orgoglio le parole dell’ex tecnico gialloblù, beneficiario della cittadinanza onoraria grazie alla delibera di consiglio approvata all’unanimità: “Qui sono a casa. Sono passati 24 anni. Le generazioni sono diverse – dice il ct della Nazionale – la società è cambiata, i club semiprofessionistici sono diminuiti, ma il pensiero che voglio esprimere va al di là dei mutamenti che interessano il mondo del calcio. Il calore dei rapporti umani che un tempo si respirava e che è difficile da riscontrare nel calcio odierno, si è riaffacciato nei ricordi che mi legano a Giarre. Ritrovare la gente di allora mi ha fatto riflettere sulla forza dei legami che una piazza può offrirti. Ciò testimonia che la mia esperienza a Giarre, seppur della durata di un anno, è stata intensa”.
Dire che Giarre abbia adottato il tecnico della Nazionale, è dunque riduttivo. E’ stato semplicemente insignito della cittadinanza. E’ stato celebrato un uomo che ha fatto sognare a occhi aperti una città rendendola nota nello stivale. E’ stato premiato con le dovute onorificenze e gli imprescindibili rituali un professionista che, come qualche esponente della stampa ha rimarcato, ha portato a Giarre un calcio anni luce più avanti rispetto a quello giocato allora
Umberto Trovato