In Via Guardiola Vecchia torna agli antichi splendori l’elegante Villa Guarnaschelli. A volere la riapertura del pregevolissimo immobile, realizzato nei primi del Novecento, è stata Donna Mariella Internicola Guarnaschelli, vedova del compianto Don Mimì Guarnaschelli, fondatore del Casinò di Taormina che, nel suo pur breve periodo di attività, tanto lustro diede a quella che sarebbe assurta a capitale siciliana del turismo.
Dalla casa da gioco taorminese di Don Mimì e dai saloni di Villa Guarnaschelli, denominata anche “La Guardiola”, sono passati illustri scrittori, poeti, attori, nobili (tra cui Edoardo VII d’Inghilterra) ed alte personalità politiche, che con la loro fama hanno contribuito a veicolare nel mondo il nome di Taormina.
La “rinascita” di Villa Guarnaschelli è stata solennemente celebrata alcune sere addietro in concomitanza con l’equinozio d’autunno.
L’elegante luxury party inaugurale è stato ideato ed organizzato nei dettagli da Donna Mariella Guarnaschelli insieme ai figli Genziana e Fabio. I tre hanno anche curato con grande competenza il restyling conservativo dell’edificio, dotando la villa di tutti i comfort, ma senza privarla del suo fascino antico.
Quella del suo Casinò, in effetti, è una “strana” storia. La casa da gioco taorminese di Mimì Guarnaschelli è infatti rimasta aperta solo una notte del 1962 e, successivamente, dal febbraio ’63 al gennaio ’65 (in pratica, meno di due anni). Le due chiusure vennero determinate da altrettanti “blitz” della Polizia in applicazione di una legge del periodo fascista che vieta il gioco d’azzardo, non tanto per questioni di moralità, quanto per il rischio di possibili turbamenti all’ordine pubblico. Ma allora – si chiedono giustamente in molti – perché in Italia i casinò continuano ad esistere in località come Sanremo e Venezia?!
Rodolfo Amodeo