Continua con successo di critica e di pubblico il tour di presentazioni del libro “A mani nude” di Lucia Andreano, il libro che racconta la storia del ceramista albanese Besnik Harizaj, giunto in Italia durante uno dei tanti flussi dell’immigrazione albanese. Il libro della professoressa Andreano è stato presentato anche a Catania, presso il Centro Culturale Contemporaneo ZO.
La presentazione del libro a Catania ha dato vita ad un incontro-dibattito sul tema “Immigrazione, Identità, Integrazione”. Tra i partecipanti Ignazio Fonzo (procuratore aggiunto di Catania), Santino Scirè (Acli Sicilia), Ugo Pirrone (dirigente scolastico Istituto statale Marconi di Catania), Claudio Corbino (presidente Associazione Diplomatici), Antonietta Petrosino (Gruppo 72 Amnesty International Catania), Mimna Mascena (Caritas Diocesana Catania).
In sintesi, quello che critica il procuratore Fonzo è l’articolo 13 di questo Trattato, quello che impone che “quando è accertato (…) che il richiedente ha varcato illegalmente, per via terrestre, marittima o aerea, in provenienza da un Paese terzo, la frontiera di uno Stato membro, lo Stato membro in questione è competente per l’esame della domanda di protezione internazionale”.
In altre parole, la responsabilità dell’asilo è del Paese di primo sbarco. Ovvero: chi arriva in Italia tocca all’Italia, chi in Spagna alla Spagna e via… e, in questo principio, esclusivamente poliziesco, sono nati i fantomatici “Centri”, come quello di Mineo, che, come dimostrano oggettivamente i fatti, impongono alle migranti e ai migranti a diventare un numero e a rimanere sospesi del nulla nel Paese dove sono giunti. Si chiede, infatti, il giudice Fonzo: “Ma, quante, di queste persone migranti resterebbero in Italia, se non ci fosse il Trattato di Dublino?”.
Presenti, nella strapiena sala, rappresentanti di associazioni e organizzazioni impegnate in vari settori, e fra questi, citata dal giornalista Andrea Lodato, che ha condotto brillantemente e con viva partecipazione al tema dell’evento, Claudia Urzì dell’USB (Unione Sindacale di Base), di cui Lodato ha evidenziato l’impegno contro il razzismo.
“L’USB – afferma Claudia Urzi’, del coordinamento nazionale USB Scuola – da sempre in prima linea contro il razzismo e ogni forma di discriminazione, ha l’orgoglio di avere tra i propri iscritti numerosi lavoratori immigrati. Presenti in gran parte all’ interno del Coordinamento Lavoratori Agricoli USB e nel settore della logistica, entrambi settori di sfruttamento e nuove schiavitù. Per nostra scelta non esiste un settore “Migranti”. Le sorelle e i fratelli migranti, in quanto lavoratrici e lavoratori, sono rappresentati nei vari comparti. Attraverso la dignità del lavoro e la sindacalizzazione si riacquista il proprio ruolo nella società”.
Orazio Vasta