Anche la nuova Amministrazione Comunale francavillese guidata dal sindaco Vincenzo Pulizzi, eletto nello scorso giugno, viene “pungolata” dall’insegnante in pensione ed ex assessore Mario Riso (nella foto) in merito al caso dei 37.500 kilowattora gratuiti di energia elettrica cui la cittadina dell’Alcantara avrebbe mensilmente diritto sulla base di un’antica, ma sempre valida, convenzione sottoscritta nel 1921 con l’Enel. Trattasi, in pratica, di una forma di compensazione per lo sfruttamento delle acque del fiume Alcantara ai fini della produzione di energia idroelettrica.
Ma, come ha appurato poco prima di lasciare l’incarico l’ex sindaco Lino Monea sempre su sollecitazione di Riso, è dal mese di aprile del 2004 che il Comune di Francavilla non usufruisce più di tale benefit, contrariamente invece al limitrofo Comune di Castiglione di Sicilia, che a suo tempo aveva compartecipato alla realizzazione della centrale idroelettrica di contrada Ciappa.
Come si apprende dalla lettera recentemente inviata da Mario Riso al primo cittadino Pulizzi «in realtà anche con il Comune di Castiglione l’Enel ha provato, tra il 2005 ed il 2009, a negare questo diritto. Ma il maldestro tentativo è stato bloccato dal solerte intervento degli amministratori del Comune etneo ed, in particolare, dal loro ufficio di ragioneria, che ha prodotto all’Enel Green Power di Napoli tutta la documentazione a supporto di tale prerogativa. E tornando al Comune di Francavilla, è significativo al riguardo il passo conclusivo di una lettera del 17 aprile 2001 (avente ad oggetto la trattativa per la cessione della nostra azienda elettrica comunale) in cui l’Enel testualmente scriveva all’allora sindaco Salvatore Puglisi: “Resta confermato, nelle forme che andremo eventualmente a definire, il vostro diritto a mantenere la concessione gratuita dei 37.500 kilowattora mensili”. Da precisare – conclude Mario Riso – che si è in presenza di un diritto spettante alla comunità francavillese anche qualora il Comune dovesse vendere all’Enel il servizio di distribuzione dell’energia elettrica».
A seguito dei reiterati solleciti del professore Riso, sia l’ex sindaco Lino Monea e sia il suo successore Enzo Pulizzi in questi mesi si sono mossi per avviare al riguardo un’interlocuzione con l’Enel. E sembrerebbe che quest’ultima non abbia nulla in contrario a far rivivere il bonus spettante al Comune dell’Alcantara. L’unico punto interrogativo riguarderebbe il periodo da rimborsare, in quanto i funzionari Enel si stanno riservando di verificare l’eventuale prescrizione delle annualità antecedenti all’ultimo quinquennio. In pratica dunque, considerando che la dotazione gratuita di kilowattora si è interrotta nel 2004, rivendicando adesso tale diritto il risarcimento di quanto dovuto non comprenderebbe il periodo 2004-2012 essendo intervenuta la prescrizione quinquennale. Pertanto, si possono pretendere solo le somme relative agli ultimi cinque anni (2013-2017). Qualora invece il rimborso venisse effettuato integralmente, nelle casse comunali francavillesi “pioverebbe” una cifra alquanto cospicua dell’ammontare di quattrocentomila e passa euro.
Ma come ha accennato qualche settimana fa l’attuale sindaco di Francavilla di Sicilia, Enzo Pulizzi, passando in rassegna i suoi primi cento giorni di mandato, «oltre a rivendicare il quantitativo gratuito di chilowattora, stiamo lavorando, insieme agli amministratori del vicino Comune di Castiglione, per ottenere annualmente, sempre dall’Enel, anche i cosiddetti “Canoni B.I.M.” (acronimo di Bacino Imbrifero dell’Alcantara)».
E resta comunque aperta la trattativa per l’alienazione all’Enel della problematica azienda elettrica comunale, per l’acquisto della quale l’ente nazionale è attualmente disposto a versare una somma pari a 565mila euro, sulla cui congruità il sindaco Pulizzi sta acquisendo un parere tecnico. Ma al riguardo l’opinione pubblica locale si mostra divisa.
I contrari alla vendita (o svendita?…) sostengono che l’azienda elettrica del Comune di Francavilla, in attività dal lontano 1910, rappresenta una sorta di “gioiello di famiglia” (in tutta Italia sono appena un paio i Comuni che gestiscono in proprio l’importante servizio) da custodire gelosamente, anche perché, se ben gestito, costituirebbe senz’altro uno strumento immediato per “fare cassa”, ossia una fonte di entrata economica in aggiunta ai sempre più esigui trasferimenti finanziari statali e regionali (e, se organizzato con metodi manageriali, potrebbe anche diventare una fonte occupazionale).
In realtà però (e qui stanno le argomentazioni addotte dai favorevoli all’alienazione) tra utenti morosi, conseguenti problemi debitori nei confronti delle “authority” nazionali per l’energia e disservizi tecnici vari dovuti ad un impianto in massima parte vetusto e fatiscente (proprio in questi ultimi giorni, con le prime deboli perturbazioni autunnali, nel Comune dell’Alcantara si sono registrati diversi fastidiosi black-out), si è in presenza di un settore alquanto ostico da gestire: in pratica, una sorta di “zavorra” da cui liberarsi il prima possibile e, se il caso, anche a fronte di un prezzo di vendita da… saldo di fine stagione.
Intanto, da quella lettera dell’aprile del 2001 inviata al compianto sindaco di Francavilla Salvatore Puglisi ed a cui accenna Mario Riso nell’ultimo suo carteggio con l’Amministrazione Comunale francavillese, si apprende che, sedici anni fa, l’Enel era disposta ad acquistare l’impianto per tre miliardi e duecentomila lire, cifra questa che tradotta nella valuta attuale corrisponde ad oltre un milione e mezzo di euro, ossia un importo per tre volte superiore ai cinquecentomila e passa euro offerti l’estate scorsa al sindaco Pulizzi. Ma è anche vero che c’è da tener conto della svalutazione cui è andata incontro in questi anni, così come ogni apparato tecnologico, la già di per se obsoleta rete elettrica francavillese.
Rodolfo Amodeo