In occasione del centenario della Rivoluzione d’Ottobre, la sezione PCI “Olga Benario”, in questi giorni, ospita la mostra di illustrazioni dell’artista ragusano Guglielmo Manenti dedicata al poeta russo Vladimir Majakovskij.
Manetti, illustratore, pittore e regista di film d’animazione, collabora come disegnatore per numerose riviste e pubblicazioni, coniuuga le proprie attività artistiche con l’impegno politico e sociale. Molte sue illustrazioni sono parte integra del movimento contro il Muos di Niscemi.
“Ho sempre avuto una passione per la letteratura russa – spiega Manetti – per quelle atmosfere bianche di paesaggi invernali innevati che sembrano accentuare ancora di più i caratteri contrastati di alcuni personaggi. In molti di questi scrittori e artisti slavi trovo una riflessione profonda sul potere e sulle sue contraddizioni. Tutto questo rimane fortemente attento alle forme sperimentali di scrittura. La biografia di Majakovskij è esemplare in questo, mi ha permesso di affrontare la Rivoluzione russa da un punto di vista unico. Questo scrittore, considerato il cantore di quei giorni di rivoluzione, un vero e proprio simbolo, riusciva a rendere l’entusiasmo e il coraggio di un popolo in rivolta nei suoi versi, ma allo stesso tempo registrava nei suoi scritti tutte le contraddizioni che vedeva intorno a sé”.
“Majakovskij – continua l’artista – scelse di vivere in maniera piena il suo tempo e di mescolare la sua poesia e le sue tante produzioni artistiche alla realtà che lo stava circondando. E in questo continuo a trovare la sua attualità. L’arte può aiutare a comprendere e a mettere a fuoco aspetti del mondo che ci circondano. In Majakovskij l’idea di rivoluzionario e quella dell’artista coincidevano”.
Dicevamo all’inizio di un Guglielmo Manetti “movimentista”: “Nella mia produzione giornaliera di vignette – dice Manetti – cerco di raccontare le tante sfaccettature ridicole e contraddittorie di un decadimento costante della realtà politica siciliana inserendola su un piano internazionale come per il discorso legato al Muos e alle basi americane o alle compagnie petrolifere. Allo stesso tempo cerco di seguire graficamente alcuni movimenti antagonisti che cercano di opporsi alle tante derive politiche di questi anni”.
“Spero – conclude l’artista di Scicli – di aggiungere alle discussioni e al linguaggio del Movimento una nota ironica, non ho mai capito perché all’idea di impegno si debba accostare una visione grigia di seriosità, certe cose possono essere dette chiaramente anche con un sorriso”.
Orazio Vasta