“La Sindone. Indagine su un mistero” è stato il tema della conferenza tenutasi nei giorni scorsi a Catania nell’aula magna (Sala Vaccarini) dell’istituto scolastico “Convitto Cutelli” su iniziativa dell’Associazione Nazionale Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana” (A.N.C.R.I.) in sinergia con lo studio legale e commerciale associato “Di Paola & Partners” e con la federazione catanese dei “Maestri del Lavoro d’Italia”.
A relazionare, supportati da una copia della Sacra Sindone autorizzata dal Vaticano, la sindonologa Emanuela Marinelli (che ha trattato il tema “La Sindone, indagini su un mistero”), il medico anatomopatologo Pietro Pescetelli (“La Sindone di Torino: rilievi anatomopatologici ed ipotesi sulle cause della morte di Gesù Cristo”), il giornalista Vittorio Romano (“La fede, la scienza, l’informazione”) e l’avv. Santi Di Paola, delegato affari penali dell’Ancri.
Gli interventi, moderati dal prof. Giuseppe Adernò, sono stati intervallati dalle esibizioni dei giovani musicisti del quartetto d’archi “Agimus”, ossia Salvatore Lorefice e Fabrizio Scaparra al violino, Marianna Musumeci alla viola e Daniele Lorefice al violoncello.
La Sacra Sindone, custodita nel Duomo di Torino, durante la sua ostensione raccoglie da sempre attorno a sé una folla immensa di fedeli che dinnanzi ad essa si fermano in profondo raccoglimento. In Sicilia lo si sa bene nella terra dei “Gattopardi”, ossia a Palma di Montechiaro (Agrigento), nella cui Chiesa del Collegio di Maria è conservata una copia.
Per quanto riguarda invece la Sicilia Orientale, ed in particolare l’area etnea, un ruolo importante in ambito sindonologico è da riconoscere a Frate Innocenzo Marcinò da Caltagirone, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Egli è uno dei più grandi e carismatici monaci del suo tempo, con doti taumaturgiche e di oratore.
Il 24 ottobre 1649 è anch’egli a Torino in occasione dell’ostensione eccezionale della Sindone. L’arcivescovo ed i canonici del Duomo dispiegano il sacro lenzuolo in tutta la sua lunghezza (m.4,36 x m.1,10) dinnanzi a lui, inginocchiato così come tutti i presenti alla cerimonia, e Padre Marcinò, con le lacrime agli occhi, si raccoglie in meditazione e preghiera. Colpito dalla sua profonda devozione, Maurizio di Savoia, Principe di Oneglia, decide di regalare all’illustre religioso due copie della Sindone, di cui una subito ed un’altra da fargli recapitare successivamente. I due esemplari (uno in lino a spina di pesce e l’altro in seta) pare siano stati realizzati da Maria Apollonia e Francesca Caterina di Savoia, sorelle del Principe Maurizio.
Rientrato in Sicilia, Padre Innocenzo Marcinò donò a sua volta le copie del sacro lenzuolo funerario ai confrati cappuccini del convento di Acireale (ma nel 1867, con la soppressione delle congregazioni religiose, i cappuccini acesi cedettero la reliquia all’Arciconfraternita del SS. Crocifisso operante all’interno della Basilica di San Sebastiano, sempre ad Acireale) ed alla Chiesa di Santa Maria Odigitria di Caltagirone.
Tonio Troina