Una delle più tristemente note “incompiute” siciliane si trova nel Comune etneo di Linguaglossa. Ma le sue ore sono ormai contate in quanto ieri mattina sono stati consegnati i lavori per la sua demolizione, da ultimare entro novanta giorni. Si tratta del cavalcavia ubicato in Piazza Attilio Castrogiovanni, nei pressi della stazione ferroviaria della Circumetnea, sarcasticamente denominato anche “ponte dei sospiri” o “mezzo ponte” con riferimento a certa pessima gestione della cosa pubblica che ha fatto rimanere incompleta l’opera in questione, la cui utilità sarebbe dovuta consistere nel consentire di bypassare i binari.
Così, ieri mattina, la comunità linguaglossese ha celebrato “in pompa magna” ed alla presenza di numerose autorità, locali e non, la consegna di questi attesi lavori. A fare gli onori di casa, ovviamente, l’attuale primo cittadino Salvatore Puglisi, il quale ha voluto accanto a sé anche il suo predecessore Rosa Maria Vecchio e l’ex assessore all’Urbanistica Francesca Cacciola in quanto, come prima si accennava, amministratori comunali in carica al tempo in cui l’iter burocratico della demolizione veniva perfezionato. A solennizzare la cerimonia la presenza del nuovo assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, del direttore generale della Ferrovia Circumetnea (Fce), Alessandro Di Graziano, dei vertici del Genio Civile e del sindaco del limitrofo Comune di Castiglione di Sicilia, Antonio Camarda.
«Linguaglossa – ha dichiarato il primo cittadino Salvatore Puglisi – si libera finalmente di un brutto simbolo, la cui rimozione, che verrà effettuata entro tre mesi, ci consentirà di migliorare il volto di un importante angolo del nostro paese, ma anche di sperimentare un nuovo piano di viabilità attraverso il quale tenteremo di decongestionare il traffico della transitatissima Via Roma. Mi piace sottolineare come l’abbattimento di questa incompiuta sia il risultato di una virtuosa sinergia tra più enti (il Comune di Linguaglossa, la Regione Siciliana tramite il Genio Civile di Catania, e la Circumetnea) che hanno avuto la capacità di saper dialogare tra loro».
Dal canto suo, il neo assessore regionale Falcone, pur riconoscendo che la demolizione del cavalcavia di Linguaglossa ha avuto origine sotto precedenti gestioni politico-amministrative, ha promesso il massimo impegno dell’appena insediato Governo Musumeci sul fronte delle tante opere pubbliche incompiute presenti nell’isola.
Il direttore generale di Fce, Di Graziano, ha infine evidenziato la grande attenzione che l’ente da lui guidato continua a riservare a Linguaglossa in considerazione della collocazione strategica della sua stazione ferroviaria nell’ambito di un territorio ad alta vocazione turistica quale quello etneo.
E, sempre in questo territorio, mentre un’incompiuta finalmente “va via” un’altra, sicuramente più “scandalosa”, continua a sopravvivere senza… vivere: ci riferiamo alla cosiddetta “Strada Costa”, ossia il lungo percorso pedonal-ciclabile che avrebbe dovuto collegare i Comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia utilizzando un ramo dismesso della Circumetnea. Ma sta di fatto che il sentiero in questione, i cui lavori hanno avuto inizio quasi trent’anni fa, continua a rimanere bloccato alla seconda galleria.
E mai la denominazione di un percorso è stata più appropriata: sino ad oggi, infatti, la Strada Costa è inutilmente “costata” alla Regione Siciliana oltre quattordici milioni di euro, meritandosi il primato di “pista ciclabile più costosa al mondo” nonché, qualche anno fa, una serie di caustici servizi nel popolarissimo Tg satirico nazionale di Canale 5 “Striscia la Notizia”.
Nel caso di specie, comunque, il Comune principalmente interessato, in quanto ente appaltante, è quello di Castiglione di Sicilia il cui attuale sindaco, Antonio Camarda, è anche lui intervenuto, come prima riferivamo, alla recente cerimonia di consegna dei lavori di demolizione del cavalcavia di Linguaglossa. In tale frangente, il primo cittadino castiglionese, eletto nello scorso giugno, è stato visto interloquire con l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. Chissà che da questa “conversazione” non possa quanto prima scaturire qualche positiva novità in merito alla “normalizzazione” della dispendiosissima opera pubblica, autentico “schiaffo alla povertà” in un territorio che con quei quattordici milioni e passa di euro impiegati per una “non realizzazione” avrebbe potuto affrontare e risolvere parecchi problemi.
Rodolfo Amodeo