La Valle dell’Alcantara ed il “mercato” dei preziosi: un commercio da tenere d’occhio

Una donna originaria di Francavilla di Sicilia ha denunciato il furto di un suo anello di particolare valore, perpetrato nei giorni scorsi in una struttura ricettiva di un vicino Comune rivierasco, e lancia un appello affinché le cosiddette attività di “compro oro” verifichino scrupolosamente l’esatta provenienza dei beni da esse trattati

Un genere di ruberia che non passa mai “di moda” è il furto di gioielli. Trattasi di un reato “classico” che può essere posto in essere sia da ladri “professionisti” (di quelli, per intenderci, che sanno introdursi all’interno delle abitazioni) e sia da colui che si trova nelle giuste condizioni ambientali (assenza di altre persone, noncuranza del proprietario nel custodire adeguatamente i propri beni, ecc.) per potersi agevolmente impossessare, senza essere notato, dei beni preziosi altrui, peraltro di piccole dimensioni e, come tali, facili da nascondere e da trasportare.

Ne sa qualcosa una signora originaria di Francavilla di Sicilia, la quale nei giorni scorsi è stata derubata di un anello di notevole valore, che teneva riposto nel cassetto di un comodino della stanza d’albergo in cui sta alloggiando.

«Mi trovo in vacanza in Sicilia con mio marito – racconta la vittima del furto –, ma poiché la nostra casa di Francavilla, essendo rimasta chiusa per tanti anni, non è pienamente abitabile, abbiamo deciso di soggiornare in una struttura ricettiva di un vicino Comune rivierasco. L’altro giorno abbiamo dovuto lasciare per una manciata di minuti la camera in cui alloggiamo in quanto ad attenderci nella hall dell’albergo c’era una persona amica venuta a trovarci. Quando siamo tornati nella stanza mi sono accorta, con sommo disappunto, che dal cassetto del comodino mancava quell’anello cui tenevo tanto. Questa, probabilmente, non sarà una notizia “sensazionale” in quanto credo che tale tipo di furti siano pressoché all’ordine del giorno. Tuttavia ho pensato di rivolgermi al vostro giornale online per la pubblicazione della foto del gioiello che mi è stato sottratto affinché chi dovesse venirne in possesso, o semplicemente avvistarlo da qualche parte, possa avere buone probabilità di rendersi conto, tramite un mezzo d’informazione come il vostro, che trattasi di un gioiello rubato».

La donna esprime quindi le sue condivisibilissime considerazioni sul “mercato” di riferimento cui solitamente si rivolgono gli autori di questo genere di ruberie.

«Dappertutto – dichiara la signora – esistono quelle attività usualmente denominate “Compro Oro”, dei cui titolari, almeno sino a prova contraria, non metto assolutamente in dubbio l’onestà. Mi risulta, tuttavia, che alcuni di loro acquisiscono gli oggetti preziosi in maniera piuttosto “superficiale”, ossia senza nemmeno accertarsi dell’identità di chi glieli porta. Così facendo, dunque, risulterà oltremodo arduo, se non pressoché impossibile, poter risalire agli autori dei furti. C’è da augurarsi pertanto che, specie qui in Sicilia, queste particolari attività economiche vengano gestite con un maggior senso di responsabilità, dato il rischio che i beni da esse commercializzati possano essere di provenienza furtiva».

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: nel riquadro l’anello rubato nei giorni scorsi alla signora originaria di Francavilla di Sicilia. Se qualcuno dei nostri lettori dovesse riconoscerlo o acquistarlo, ne tragga le dovute conclusioni…