Il sesso ha giocato e continua a giocare brutti scherzi a “giganti” della politica, le cui poltrone sono sistematicamente a rischio ogni qualvolta vengono portati a conoscenza dell’opinione pubblica scandali e relazioni “proibite” che li hanno per protagonisti. Non è questo certamente il caso di Paolino Lo Giudice, attuale sindaco del Comune di Graniti nonché marito e padre esemplare oltre che stimato dipendente del Ministero delle Finanze, il quale tuttavia è stato “messo in croce” dai suoi avversari politici per un pruriginoso episodio di cui il compassato ed irreprensibile primo cittadino del centro dell’Alcantara è stato semplicemente spettatore insieme a tanti altri suoi compaesani.
I fatti si riferiscono allo scorso 22 luglio, quando in occasione dell’annuale motoraduno organizzato dalla locale associazione “Corvi dell’Alcantara – Graniti Bikers”, una “ragazza lap-dance” concludeva la manifestazione “allietando” i suoi numerosi partecipanti ed il pubblico presente con una performance piuttosto “osé” andata in scena alle nove di sera nella centralissima Piazza Manganelli.
«E’ stata un’esibizione – commentarono all’indomani i detrattori dell’Amministrazione Comunale granitese nonché semplici cittadini – da peggior night a luci rosse, con una ballerina (s)vestita solo con reggiseno e tanga e che, davanti a bambini e famiglie, simulava l’atto sessuale, con tanto di masturbatoria “strusciata” di bottiglia dentro le mutandine. La cosa ancor più grave è che a tale oscenità ha assistito senza batter ciglio anche il nostro sindaco, il quale avrebbe avuto tutta l’autorità per far sospendere il volgarissimo e diseducativo show, protrattosi per una ventina di minuti. Sta di fatto che una volta Graniti brillava per arte e cultura, mentre adesso viene consegnata alla storia per una… pomiciata in piazza».
I consiglieri comunali granitesi della minoranza hanno quindi presentato un’apposita interrogazione tirando in ballo le responsabilità del sindaco Lo Giudice, accusato di non aver disposto l’immediata interruzione della “pubblica pomiciata” al primo manifestarsi dei suoi (tanto per rimanere in tema…) “preliminari”. A questa interrogazione il primo cittadino granitese ha risposto qualche sera fa nel corso di un’animatissima seduta di Consiglio Comunale.
«Come pubblico amministratore di questo Comune – si è difeso Paolino Lo Giudice – ho ritenuto doveroso concedere il suolo pubblico all’associazione organizzatrice dell’evento. Per il resto non ho potuto fare altro perché anch’io sono stato colto alla sprovvista da quel tipo di esibizione. Sapevo che ci sarebbe stato uno spettacolo di genere erotico, ma comunque nei limiti della decenza, come il “sexy lavaggio” di una moto. Poi, però, si è andati oltre ed anch’io sono stato preso in contropiede».
Tale giustificazione non ha per nulla soddisfatto i consiglieri dell’opposizione, ed in particolare l’“agguerrito” Antonio Russo, il qualche si è spinto a chiedere le dimissioni del sindaco Lo Giudice.
Dal canto loro, il presidente del Consiglio Sebastiano Cannavò e gli altri esponenti della maggioranza hanno fatto quadrato attorno al primo cittadino accusando gli avversari della minoranza di aver ingigantito e strumentalizzato la vicenda per meri scopi politici.
In ogni caso, da quanto accaduto a Graniti in quella “piccante” serata dello scorso luglio e dagli strascichi che ne sono derivati si possono trarre utili spunti di riflessione in merito alle prerogative di un amministratore comunale (può quest’ultimo far sospendere una manifestazione contraria alla pubblica decenza, oppure ad assumersi le relative responsabilità sono solo organizzatori ed artisti?).
Il “boccaccesco” episodio, inoltre, merita di essere inserito a pieno titolo nel contesto del sempre attuale dibattito sul cosiddetto “comune senso del pudore”, i cui confini, al trascorrere delle epoche, continuano a mostrarsi mutevoli e spesso non ben definiti.
Rodolfo Amodeo
FOTO-VIGNETTA: la ragazza “lap-dance” durante la sua discussa esibizione della scorsa estate a Graniti sotto lo sguardo “scandalizzato” del censore Alberto Sordi, protagonista del film “Il moralista”