Il Gruppo Convergenze intellettuali e artistiche italiane (CIAI) nato a Catania nel 2013 sta portando avanti una linea letteraria siciliana di proposte culturali con il recente debutto nella città metropolitana di Catania e la sera del 18 febbraio scorso in Acireale.
L’eccezionale iniziativa del Gruppo Ciai presieduto dalla psicologa catanese dott.ssa Giulia Sottile è denominata “Cantorio siciliano itinerante” e si ricollega a un noto evento in Emilia-Romagna della metà del secolo scorso, il “Trebbo” o il “Trebbio”, che portava poeti italiani e stranieri a incontri (trebbi) nelle piazze.
La serata acese che ha avuto luogo nel Salone Associazione Costarelli g.c., con la presenza di un pubblico giovanile è stata suddivisa in vari momenti. Il primo con un concerto letterario a cura di Francesco Foti, Antonio Leotta, Renato Pennisi e Giulia Sottile, alcuni dei poeti che costituiscono il “Cantorio siciliano itinerante”, con la lettura di proprie poesie, mentre ad intervalli gli attori acesi Carola Colonna e Peppe Spoto, leggevano poesie edite e inedite degli acesi Enzo Mellia e Mario Grasso.
Il secondo momento con un intermezzo omaggio a Umberto Barbaro, nato ad Acireale in provincia di Catania il 3 gennaio 1902, critico, scenarista e regista cinematografico che fin dal 1931 si è interessato in maniera costante di cinema, dopo una copiosa attività di commediografo, romanziere e saggista. Di insegnante del Centro Sperimentale di Cinematografia dal 1936 al 1943 e direttore dal dal 1946 al 1948. Barbaro inoltre ha tradotto e divulgato per primo in Italia importanti testi di grandi teorici e registi, tra cui i russi Vladimir Pudovkin e Sergej Ejsenstein, e l’ungherese Bèla Balazs.
Umberto Barbaro è morto a Roma il 19 marzo 1959. L’illustre uomo di cinema acese è stato ricordato da Mario Patanè, operatore culturale nel campo cinematografico, che con poche pennellate ha messo in evidenza come per il regista Barbaro il film era un’opera artisticamente valida e autonoma che si doveva esprimere attraverso l’immagine e con un suo linguaggio: l’ “inquadratura”, il “primo piano” e il “montaggio”.
Mario Patanè ha completato il suo intervento con la proiezione del documentario “Carpaccio”, di cui Barbaro è stato il regista. Vittore Carpaccio è il pittore veneziano, vissuto a cavallo dei secoli XV e XVI, i cui numerosi e vasti dipinti sono contraddistinti dalla magia delle luci, dalla freschezza del colore vivido e sfavillante, dall’impianto compositivo armoniosamente equilibrato.
Il momento finale della serata è stato dedicato alla lettura di opere di autori siciliani del passato prossimo e remoto: Lucio Piccolo, Santino Bonaventura, Salvatore Quasimodo e Nino Martoglio.
Una serata culturale di buona poesia (sguardo vergine sulla realtà) condotta da Stefania Calabrò e collegata al riconoscimento dei talenti di un acese dato che nel suo lavoro elaborò un’estetica cinematografica che contribuì all’affermazione del “Neorealismo” e del cinema d’autore come per altro verso il poeta Giacomo Leopardi (vedasi L’Infinito) fece “nel campo della letteratura mondiale con le sue ricerche filologiche e la creazione di componimenti originali”.
Camillo De Martino
Nella foto di copertina Mario Patanè (primo da sinistra) e alcuni dei poeti del Cantorio siciliano itinerante