Blitz di Goletta Verde ieri mattina, sabato, alla foce del fiume Alcantara che da anni presenta livelli di inquinamento elevatissimi. La presenza di un depuratore sottodimensionato non permette di trattare adeguatamente i carichi inquinanti che arrivano dai Comuni di Giardini Naxos, Taormina e Castelmola, sottolineano gli attivisti.
A rendere critica la situazione anche il cedimento del muro di confine dell’impianto di depurazione, all’epoca costruito deviando il letto del fiume che oggi è tornato al suo scorrere originale ed ha compromesso la tenuta del muro stesso mettendo a rischio l’impianto.
La maladepurazione continua a essere un’emergenza irrisolta: per questo gli ambientalisti chiedono a gran voce l’applicazione della legge 68 sugli ecoreati e, a fronte di casi di mancata depurazione, presenteranno esposto alla Capitaneria di Porto.
Gli attivisti della Goletta Verde nel pomeriggio sono tornati per il terzo anno consecutivo nella baia di Naxos-Taormina per continuare la battaglia in difesa del suo paesaggio storico, ed hanno esposto uno striscione per dire “no” a un progetto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che mette a disposizione della Regione Sicilia e del Comune di Taormina un finanziamento di 2 milioni e 900 mila euro per un piano di interventi di riqualificazione ambientale dell’Isola Bella, motivato da un presunto processo erosivo in atto e basato su ripascimento artificiale.
Si tratterebbe di opere per la salvaguardia ed il restauro geoambientale della spiaggia della Riserva Naturale Ambientata che interessa le cosiddette pocket poches, ovvero le spiagge limitate da promontori aggettanti a mare, di cui la baia dell’Isola Bella rappresenta un bellissimo esempio. Il progetto prevede la realizzazione di un intervento di ripascimento artificiale, per allargare le spiagge di una quindicina di metri, trasformandole in sabbiose, in contrasto con la loro natura ciottolosa.
«Innanzitutto le spiagge della baia dell’Isola Bella, Riserva Naturale e Sito Natura 2000 – spiega Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – non sono mai state interessate da alcun processo erosivo e sono sempre state poco profonde e costituite naturalmente da ciottoli e da blocchi. Inoltre, all’interno della baia sono presenti numerosi affioramenti di Posidonia Oceanica, specie protetta, che sarebbe fortemente danneggiata direttamente e indirettamente dall’eventuale ripascimento. In più nella zona in questione non sono presenti sedimenti compatibili con quelli attualmente presenti, quindi qualsiasi intervento snaturerebbe lo splendido ecosistema esistente. C’è da immaginare che il mal posto interesse turistico possa spingere a proporre interventi contro natura, che in questo caso porterebbero alla perdita del fascino selvaggio, difficilmente sostituibile artificialmente, di questo luogo. Ecco perché sarebbe opportuno che quello stesso finanziamento erogato venisse destinato ad altre problematiche dello stesso specifico territorio».