Giardini Naxos ed il suo comprensorio potranno quanto prima dotarsi di un museo archeologico di prestigio. Nei giorni scorsi, infatti, è giunto a compimento l’iter avviato un anno fa dall’ex assessore regionale ai Beni Culturali, Vittorio Sgarbi, per acquisire al patrimonio della Regione Sicilia, ed in particolare del Parco Archeologico di Naxos-Taormina, il Castello di Schisò, conosciuto anche come “Palazzo Paladino” dal cognome dei suoi ultimi proprietari privati.
L’immobile, che si estende su una superficie di 2.500 metri quadri, è stato acquistato per 3 milioni e 420mila euro, una cifra alquanto consistente che il Parco Archeologico potrebbe versare attingendo agli introiti delle manifestazioni che si tengono annualmente al Teatro Antico di Taormina.
L’atto di compravendita è stato stipulato qualche giorno fa a Catania presso lo studio notarile Boscarino alla presenza, tra gli altri, della direttrice del Parco Archeologico di Naxos-Taormina Vera Greco (delegata dall’Assessorato Regionale alla Cultura ed Identità Siciliana), del commissario del Parco Archeologico Giuseppe Valentino ed, ovviamente, dei venditori, ossia i fratelli Gaetano e Sebastiano Paladino.
In realtà, nello scorso dicembre il Tribunale di Messina aveva indetto un’asta per la vendita dell’immobile. Ad aggiudicarsela, per 1 milione e 615mila euro, è stato il gruppo imprenditoriale “Chincherini”, operante nel settore della ricettività turistica. Ma un paio di mesi prima l’ex assessore regionale Sgarbi aveva posto un diritto di prelazione in favore della Regione Siciliana, tenendo anche conto del fatto che il Parco Archeologico di Naxos aveva deliberato l’acquisizione del Palazzo Paladino stanziando i relativi fondi.
Ad esprimere compiacimento per l’acquisizione del Castello di Schisò al patrimonio pubblico anche il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, il quale ha dichiarato che «si è raggiunto un obiettivo di grande significato, non solo culturale. Operazioni come questa esaltano il valore della tutela del bene, che nella fattispecie è un “simbolo” del territorio».
Il Castello di Schisò, risalente al 695 d. C., venne edificato all’ingresso del porto di Naxos per motivi di strategia militare. Il corpo edilizio così come si presenta oggi è diverso rispetto a quello originario in quanto il marchese De Spucches, all’inizio dell’Ottocento, dispose l’aggiunta di nuove parti al fine di trasformare il maniero (ossia l’antico “Kastron” bizantino medievale) in una residenza di campagna per la famiglia.
Essendo situato alle spalle dell’area archeologica naxiota, il Castello di Schisò consentirà di arricchire e rendere più attrattivo il Parco Archeologico di Naxos attraverso la realizzazione nelle sue sale di un museo in grado di valorizzare degnamente i numerosi reperti attualmente presenti nel piccolo museo esistente. Negli ambienti dell’antico edificio potrebbero inoltre essere ricavate aule in cui svolgere corsi di specializzazione in Archeologia, sale convegni, biblioteche e sale multimediali.
Rodolfo Amodeo
FOTO: il Castello di Schisò e, nei riquadri, la direttrice del Parco Archeologico di Naxos-Taormina, Vera Greco, ed il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci